martedì 3 aprile 2007

EMOTIVITA' VS RAZIONALITA' NELLA PUBBLICITA' ON LINE

La domanda è: per realizzare una pubblicità efficacie è meglio puntare sull'emotivita' oppure sulla razionalita'? Nel caso del web pare proprio che la risposta migliore sia la seconda.




I limiti naturali della memoria umana Uno dei principali ostacoli della comunicazione è la memoria umana. La capacità di memorizzazione delle informazioni è di fatto molto scarsa. Far arrivare a destinazione un messaggio pubblicitario è quindi un’operazione molto complessa e difficile da attuare. La complessità aumenta con la crescita del rumore, del frastuono della concorrenza. La memoria umana riesce a ricordare soltanto il 10% di quello che legge. Questa capacità aumenta al 20% quando si ascolta una lunga spiegazione, al 30% quando si ascolta e si ascolta come parte di un grande pubblico anonimo. Schizza al 70% se si è parte attiva in una discussione con più persone. Si arriva al 90% soltanto se si sta insegnando in prima persona.




La comunicazione sul web Basti questo per comprendere la difficoltà della comunicazione sul web che si concretizza in un momento in cui la relazione è diretta ma impersonale. L'utente non vede l'interlocutore, non lo ascolta, non interagisce in modo coinvolgente. Tutt'altro, nel web gli utenti vivono come protetti dall'asincronia della comunicazione e da una sorta di anonimato che permette loro di costruirsi una doppia o una tripla identità.



Emotività vs Razionalità sul web Utilizzare la leva dell’emotività è controproducente sul web. Il contesto virtuale non favorisce il raggiungimento di questi obiettivi. Il web gioca un ruolo importante soprattutto nella concretizzazione commerciale di una negoziazione tra azienda e cliente. Durante la navigazione online un utente valuta razionalmente un prodotto, le sue caratteristiche, i suoi vantaggi, lo compara con la concorrenza, stampa la pagina e infine decide per l’acquisto. L'utente non segue un percorso emotivo ma puramente razionale. Nel web vince il puro pensiero. Certamente, sul web è possibile veicolare anche una campagna in stile branding o per costruire brand awareness ma le sue vere potenzialità sono altre. Comunicazioni chiare, stringate ed esaustive, ragionamenti lineari e infine una call to action ben evidente per entrare in contatto con l’azienda. Detto in poche parole e-CRM, acronimo meno conosciuto del banner ma sicuramente più utile per rendere profittevoli i propri investimenti online.

L'INDUSTRIA HI-TECH SEGUE IL "GUERRIGLIA MARKETING"


L’industria dell’hi-tech e dell’elettronica di consumo è attualmente una tra le più prolifiche in fatto di pubblicità rivolta al consumatore finale. Spot televisivi, pagine tabellari su quotidiani e riviste di settore, campagne promozionali all’interno dei punti vendita specializzati: in pratica, tutti gli strumenti più moderni della comunicazione integrata e dell’advertising sono utilizzati in modo pressoché costante dai grandi marchi dell’ICT.
Ma a quale costo? E, soprattutto, con quali risultati? Oltre a fare i conti con i ristretti budget, infatti, sempre più le aziende leader di settore devono anche fare i conti con i ritorni sia in termini di vendita sia in termini di immagine.E spesso i risultati raccolti non sono perfettamente in linea – o, meglio dire, giustificati – con gli investimenti effettuati.
Ecco allora che spuntano nuove forme alternative di comunicazione e di marketing che, a fronte di una spesa più contenuta, sono in grado talvolta di garantire redemption decisamente degne di nota.



Il caso kenwood E’ il caso di Kenwood, l’azienda nota a tutti per gli impianti car stereo e di alta fedeltà, che ha deciso di cavalcare la nuova onda del guerriglia marketing sviluppando una comunicazione di tipo non convenzionale rivolta in particolar modo al pubblico giovane e che vede Internet come principale medium.


La strategia comunicativa Il direttore marketing Mauro Mele definisce così la loro nuova strategia comunicativa: “La nostra strategia comunicativa è basata principalmente sui cosiddetti "mezzi non convenzionali", poco considerati fino a qualche anno fa. Per mezzi non convenzionali intendiamo forme di comunicazione in grado di dare vita al fenomeno del "word of mouth", il passaparola, che riportato sul web assume la connotazione di "viralizzazione". Abbiamo dunque iniziato i primi esperimenti di video diffusi sui cosiddetti siti di inseminazione, o "contenitori" (YouTube e similari), riuscendo a ottenere in tempi brevi risultati al di là di ogni più rosea aspettativa. Restando in tema di "non convenzionale", stiamo puntando molto anche sulle attivittà di guerrilla marketing che, a fronte di investimenti contenuti, consentono di dare buona visibilità al marchio e riscono a sorprendere il consumatore, incrementando così il suo livello di attenzione, obiettivo difficile da conseguire con l'impiego di mezzi di comunicazione eccessivamente affollati, come la stampa o la televisione”.



Come è nata
"Questo nuovo tipo di comunicazione è nato in seguito a un' indagine quali-quantitativa sul consumatore commissionata ad un'agenzia esterna, volta a definire quale fosse la brand image di Kenwood. Il risultato ha evidenziato come Kenwood fosse uno dei marchi più noti del mercato dell' elettronica di consumo, ritenuto particolarmente affidabile e "sicuro". Tuttavia il marchio aveva una correlazione troppo serrata con un mondo "adulto", mentre il mercato che volevamo colpire era caratterizzato da un target giovanile, composto principalmente da individui fra i 18 e 35 anni. Ecco quindi la necessità di parlare una lingua giovane e con i mezzi principalmente utilizzati dal target precedentemente indicato per acquisire informazioni: il web”.


I risultati “Alcune indagini di mercato hanno evidenziato che più del 50% degli individui intenzionati all'acquisto di un prodotto "tecnologico" utilizza il web per reperire informazioni nella fase conoscitiva che precede l'acquisto stesso. La percentuale sale ulteriormente, arrivando sino al 60%, se il panel di riferimento diventa la fascia di età 18-40, che in pratica coincide con il nostro target di riferimento. Dopotutto un prodotto tecnologico, a differenza di quello che accade in campo alimentare o nell'abbigliamento, può in genere essere facilmente comparato con un altro semplicemente andando ad allineare le varie specifiche ed il prezzo. I risultati non si sono fatti attendere: filmati realizzati con un budget di 15-20 mila euro hanno totalizzato quasi 9 milioni di visioni, portando la nostra società a proseguire nella strategia di utilizzare mezzi di comunicazione non convenzionali, specie per il marchio Kenwood”.



lunedì 2 aprile 2007

CENTOVENTI CHIAMATE AL TELEFONO AL GIORNO PER COMBATTERE IL BULLISMO


Il Minstero della pubblica istruzione ha isituito un numero verde anti-bullismo.


IDENTIKIT DEL BULLISMO Le vittime sono adolescenti timidi, vulnerabili, a volte con ritardi mentali o problemi sociali. I bulli sono ragazzi trasgressivi, che non accettano regole e sono leader di piccoli sottogruppi nella classe. È questo l'identikit del bullismo a scuola fornito dagli esperti di psicologia giuridica che collaborano al numero verde antibullismo (800.66.96.96).



IL NUMERO VERDE ANTIBULLISMO l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione che permette di segnalare casi, chiedere informazioni sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche. Dal 5 febbraio al 27 marzo 2007 sono state ben 4.437 le telefonate arrivate alle 10 postazioni di ascolto istituite, al ritmo di 120 al giorno. A chiamare sono soprattutto genitori o familiari, seguiti da insegnanti e dalle giovani vittime di episodi di bullismo.



LE RICHIESTE Genitori e familiari chiedono soprattutto «cosa fare» per cambiare istituto all’adolescente e come sensibilizzare l’Amministrazione per fronteggiare gli ostacoli incontrati nel contesto scolastico. Gli insegnanti lamentano, invece, l’assenza e l’indifferenza dei genitori nell’educazione dei propri figli. «La scuola - dice il ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni - ormai ha preso consapevolezza del problema, e non lo affronta più con la logica dello struzzo».



Il ministro ha sottolineato che la scuola italiana è schierata contro il bullismo, ma si aspetta anche di non finire in una gogna mediatica per i comportamenti assolutamente da condannare di pochissimi. Secondo il titolare del dicastero di viale Trastevere il fatto che siano arrivate molte telefonate da parte dei genitori dimostra «che un rapporto più stretto tra scuola e famiglia può aiutare a superare il problema».




ALCUNI DATI Il 69% delle telefonate denuncia episodi di prepotenza o violenza, mentre il 31% sono chiamate di carattere informativo. Il maggior numero di denunce (35%) proviene dalle scuole secondarie di primo grado, seguite poi dalle primarie (25%), dai licei (19%), dagli istituti tecnici e professionali (15 per cento). Dalla scuola dell’infanzia giungono il 5% di denunce.



GLI OPERATORI DEL NUMERO VERDE Il «braccio operativo» del numero verde è costituito dagli Osservatori regionali permanenti sul bullismo, costituiti presso gli uffici scolastici regionali e finanziati con un milione e 800mila euro. Il loro compito è quello di mettere in contatto le diverse forze sociali e politiche del territorio (enti locali, associazionismo, scuola, università, Asl, prefetture, tribunali per i minorenni) per consentire di dare una risposta immediata, concreta ed efficace alle richieste di aiuto.



IL SITO ANTIBULLISMO A sensibilizzare la tematica del bullismo è anche il sito www.smontailbullo.it, ideato dai ragazzi e gestito dalla Consulta provinciale degli studenti di Bergamo, che registra oltre mille accessi giornalieri.




LA PREVENZIONE CONTRO IL BULLISMO Le azioni contro il bullismo, che viaggiano di pari passo con quelle per prevenire il disagio giovanile, sono l’elevamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, la riforma dell’esame di Stato e il potenziamento dell’insegnamento della musica, delle scienze e dell’educazione motoria a scuola. Tra le altre azioni di sistema si segnalano i premi all’eccellenza, le scuole aperte di pomeriggio, l’approfondimento della conoscenza della Costituzione, più spazio alla partecipazione studentesca, la promozione dell’educazione alla salute e il miglioramento dell’accoglienza degli alunni stranieri. Prevista anche una campagna di comunicazione fatta da e per i ragazzi che tramite giornali, tv, radio e Internet sensibilizzerà l’opinione pubblica sul tema del bullismo. Significativa la presenza, al lancio dell’iniziativa, di due realtà molto diverse.

COMUNICAZIONE: FACILI LE INCOMPRENSIONI CON CHI E' VICINO


Uno studio della University of Chicago, pubblicato sulla rivista Cognitive Science, ha studiato i meccanismi della comunicazione nel caso di informazioni condivise e non condivise per studiare in quali condizioni si riesce ad ottenere una comprensione completa dei messaggi.



Le persone più vicine sono talvolta quelle con le quali non si riesce a comunicare perfettamente . Questo avviene perché con le persone con cui condividiamo più conoscenze, più parole chiave, più conversazioni passate a cui riferirci, tendiamo ad esprimerci attraverso brevi messaggi spesso ambigui. Tendenzialmente si ritiene che, quando due persone condividono molte conoscenze, la comunicazione tra loro sia molto più completa che non tra due che non hanno un bagaglio di informazioni in comune. Questo è vero nei casi in cui la comunicazione riguarda un oggetto conosciuto ad entrambi. Quando, invece, due persone si devono scambiare informazioni a proposito di qualcosa o qualcuno sconosciuto ad una delle due, la condivisione delle informazioni può creare confusione.



L' ESPERIMENTO Per studiare queste relazioni Shali Wu e Boaz Keysar del dipartimento di Psicologia della University of Chicago, hanno coinvolto in un gioco di ruolo 40 coppie di studenti. Hanno presentato loro alcune immagini stilizzate alle quali era assegnato un nome composto che gli studenti dovevano imparare. Dopo una prima parte in comune uno studente della coppia è stato allontanato e sono state mostrate altre immagini all’altro. Alcune coppie condividevano sei immagini, altre ne condividevano 18. Nella seconda parte dell’esperimento gli studenti di ogni coppia erano seduti uno di fronte all’altro, ognuno davanti ad un monitor sul quale comparivano le figure mostrate loro in precedenza. Lo studente che conosceva più figure doveva fornire l’informazione a quello che ne conosceva meno, che era il destinatario dell’informazione e che doveva riuscire a identificare in un gruppo di tre figure quella a cui si riferiva il compagno. I risultati hanno mostrato che le persone che condividevano più immagini erano quelle più in difficoltà nel momento in cui l’oggetto della loro conversazione era sconosciuto ad uno dei partecipanti. Questo perché senza rendersene conto facevano mentalmente riferimento ad una conoscenza comune, pensando di doverla richiamare e utilizzare, e si scambiavano messaggi ambigui che portavano a incomprensioni. Invece gli altri prestavano più attenzione alla comprensione dell’altro e cercavano di essere il più chiari possibile.

domenica 1 aprile 2007

CINEMA DIGITALE: NEL 2013 SORPASSERA' QUELLO A PELLICOLA 35MM


La diffusione nelle sale di tutto il mondo del cinema digitale, che lo scorso anno ha registrato un'impennata imprevista, sta procedendo a un ritmo tale da far prevedere entro sei anni, nel 2013, il sorpasso dei proiettori digitali su quelli a pellicola 35 millimetri.




La previsione, elaborata in base a modelli matematici, è stata annunciata da Media Salles, progetto che opera nell'ambito del Programma Media dell'Ue col sostegno del governo italiano, per promuovere la distribuzione nei cinema di prodotti audiovisivi europei.
Quella alle è porte è una rivoluzione "che nasce come squisitamente tecnologica, ma che è desinata ad avere effetti soprattutto dal punto di vista commerciale sul business dell'esercizio cinematografico, trasformandolo in qualcosa di diverso da come oggi lo conosciamo", rileva uno studio curato da Marco Del Mancino, esperto di marketing, per Media Salles, che ne ha fornito un'anticipazione a Reuters, in vista della presentazione in apertura del corso "DigiTraining Plus", che si terrà fino al 1° aprile presso la sede di Barco a Kuurne, in Belgio.




I dati riportati dall'esperto. Secondo Del Mancino, dopo il boom nella diffusione del digitale nelle sale nel 2005 (+81%), gli esperti del settore si aspettavano un 2006 in tono minore, di transizione.
Invece dai dati diffusi il mese scorso da Media Salles, a fine 2006 gli schermi digitali nel mondo hanno raggiunto quota 2.866, con un incremento boom, più 383%, rispetto all'anno prima, con Asia ed Europa in aumento stabile (+70% e +168%), mentre il Nord America ha allungato il passo con un più 1.031%.
Elaborando uno strumento previsionale consolidato, preso a prestito dallo scientific management e dalla ricerca demografica in base a una logica matematica su un modello di diffusione "epidemiologico", Media Salles prevede che anche se si giungerà alla saturazione del 99% del mercato potenziale (oltre 105.000 schermi attivi nel mondo) solo nel 2019, il picco delle adozioni si realizzerà già nel 2013 (con oltre 20.000 nuovi impianti installati), anno in cui dovrebbe avvenire il sorpasso della tecnologia basata sul 35mm.
Tra circa cinque anni dunque, il D-Cinema, rileva ancora Del Mancino, potrebbe passare da una realtà marginale (oggi è adottata solo nel 3% degli schermi mondiali) a una che vale miliardi di euro, "con importanti implicazioni non solo commerciali e tecnologiche, ma anche socio-culturali e quindi politiche".© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

ESTETICA DEI NUOVI MEDIA. FORME ESPRESSIVE E NETWORK SOCIETY



Martedì 27 marzo alle ore 18, presso la NABA - Nuova Accademia di Belle Arti Milano, Aula Spazio Luce si è svolta la presentazione del libro di Antonio Tursi "Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society" (costa & nolan).



Il libro. Che ne è delle forme espressive nell'ambito della società delle reti telematiche? Ha ancora senso parlare di arte e bellezza in presenza dei sempre più pervasivi flussi informativi veicolati dalle nuove tecnologie di comunicazione? Queste sono causa di un'astrazione delle nostre esperienze o permettono un più denso coinvolgimento emotivo sulla base del quale formare nuovi legami sociali? Come è cambiato il nostro senso dello spazio e del tempo nel passaggio da una società industriale a una società informazionale? Questi sono alcuni degli interrogativi che l'autore pone, dipanandosi attraverso il confronto con alcuni dei massimi teorici della comunicazione (tra i quali Marshall McLuhan, Hans Georg Gadamer, Walter Benjamin) e l'indagine di determinati ambiti espressivi peculiari alla nostra epoca: la net art, le performance dei corpi, le nuove forme della narrazione, l'architettura rivoluzionata dal digitale.


La presentazione la presenatazione del libro è stata inserita in un dibattito-confronto sul tema dell'insegnamento dell'estetica dei media all'interno dell'università, dell'alta formazione artistica e musicale ovvero delle facoltà di media design, arti multimediali e nuove tecnologie dell'arte. Una discussione-dibattito ,sulle idee e teorie incluse nel concetto di 'estetica dei media', come 'strumento didattico' dell'alta formazione artistica e musicale.Il volume è stato presentato dall'autore insieme a Franco Berardi Bifo,e Amos Bianchi e al dibattito hanno preso parte Antonio Caronia e Francesco Monico.



L'autore del libro Antonio Tursi è dottore di ricerca in Teoria dell'informazione e della comunicazione e senior fellow del McLuhan Program in Culture and Technology. Su questi temi ha pubblicato "Internet e il Barocco. L'opera d'arte nell'epoca della sua digitalizzazione" (2004) e "Dopo la democrazia (2006)". Per costa & nolan ha curato "Mediazioni. Spazi, linguaggi e soggettività delle reti (2005)".

sabato 31 marzo 2007

GIOVANI IN RETE SBARCA ON LINE DIRE GIOVANI.IT





E' on-line, dal 27 marzo 2007, www.diregiovani.it, il portale di informazione multimediale dell'agenzia di stampa "Dire" dedicato ai ragazzi.






Obiettivo Con blog, post, web tv, videoproduzioni, notizie dalla redazione multimedia della Dire e servizi (scritti, video, audio) realizzati dai giovani stessi e dagli utenti del portale, il sito internet vuole essere un punto di riferimento per i ragazzi, uno spazio dove potersi esprimere, soddisfare le proprie curiosita', avanzare proposte e porre domande sui loro problemi. E ancora: un tg interattivo, rubriche, tanti link, immagini, curiosita' e notizie. Ma, appunto, anche la possibilita' di contribuire al sito attraverso propri reportage, foto e messaggi.






I realizzatori Per dare risposte ai ragazzi, esperti e istituzioni si sono alleati: hanno infatti deciso di lavorare insieme gli assessorati alle Politiche giovanili e quello alla Famiglia del Comune di Roma, il servizio di psicologia dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, la Societa' italiana di medicina dell'adolescenza e l'Istituto italiano di medicina sociale. Le risposte ai ragazzi (verra' garantito loro l'anonimato, e potranno inviare le domande alla rubrica 'Chiedilo all'esperto') arriveranno da psicologi, adolescentologi e altri esperti.






Gli argomenti Gli argomenti saranno i piu' svariati: stili di vita, dipendenze, famiglia, sessualita', spazi urbani, scuola, rapporto con il proprio corpo e la propria immagine.




La presentazione A presentare il portale, il 27 marzo in una delle due sedi romane dell'agenzia Dire (in piazza Alessandria), sono stati gli assessori comunali Jean Leonard Touadi (Politiche giovanili, Rapporti con le universita' e Sicurezza) e Lia Di Renzo (Politiche di promozione della famiglia e dell'infanzia), il responsabile del servizio di psicologia dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, il direttore generale dell'Istituto italiano di medicina sociale, Giovanni Maria Pirone, il direttore della Dire, Giuseppe Pace, e il responsabile dell'ufficio stampa del Forum nazionale giovani, Marco De Amicis.

WEB E NUOVI MEDIA CAMBIERANNO VOLTO ALL' ADVERTISING


Per cercare di comprendere meglio il rapporto "pubblicità-new media" è stato effettuato uno studio dalla International Advertising Asocciation (Italian Charter), una realtà globale che riunisce singoli professionisti ed imprese operanti nel marketing e nella comunicazione, in collaborazione con la società di ricerche italiana Nextplora che ha esaminato un campione di 420 persone rappresentative della popolazione Internet mondiale, fra lo scorso dicembre e la fine di febbraio 2007.
Cambia il «media mix» degli investimenti La ricerca, che ha cercato di capire in definitiva le nuove tendenze che portano alle scelte di investimento sui diversi canali di comunicazione e perché l'utilizzo di nuove tecnologie di advertising richieda competenze specifiche, ha detto in assoluto che Internet, Web advertising, motori di ricerca e new media in genere sono i fenomeni che più di ogni altro sono percepiti come reali innovazioni dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori consultati. Una seconda macro tendenza in atto riguarda quindi l'impatto a venire esercitato dalle campagne pubblicitarie e di marketing promosse con strumenti digitali e online sul cosiddetto "media mix", che verrà sensibilmente ribilanciato; nei prossimi cinque anni, afferma lo studio, gli investimenti in advertising sui nuovi canali di interazione con il pubblico (Web Tv, Mobile Tv e anche i siti di social networking fra questi) cresceranno infatti molto più di quelli veicolati tramite quelli tradizionali, dando per assodato che i consumatori accetteranno di ricevere gli spot su telefonini e programmi pay per view. La Tv, in ogni caso, seppur perdendo qualche colpo rimarrà nel medio periodo (entro il 2012) il mezzo che assorbirà la percentuale più alta (circa un terzo) della spesa in advertsing globale, seguito dalla carta stampata (che oscillerà intorno al 25%); i new media e Internet, però, raddoppieranno o quasi in cinque anni le rispettive quote per arrivare a coprire in modo equo oltre il 20% del gettito pubblicitario. E questo sarebbe, se dovesse effettivamente materializzarsi, un cambiamento epocale per questa industry.
La killer application per la pubblicità di domani? La Tv a pagamento Il messaggio che partorisce dallo studio promosso dalla Iaa è quindi in sostanza il seguente: i nuovi media sono sin d'oggi universalmente riconosciuti come il principale canale in cui far convergere gli investimenti pubblicitari e lo studio ha quindi individuato alcune tendenze che andranno a caratterizzarne la sempre più vasta diffusione. Circa due terzi degli intervistati, per esempio, ritengono che l'advertising veicolato attraverso i servizi di IpTv (la Tv via Internet) e i telefoni cellulari si aggiungerà a quello tradizionale sulla Tv (e non ne sarà un'alternativa) e sono al tempo stesso dell'idea che i network televisivi perderanno, nei prossimi tre anni, audience e introiti pubblicitari. La stessa entità del campione è inoltre convinta che i consumatori daranno via libera all'invio di messaggi pubblicitari via Sms e Mms sui propri terminali mobili in cambio dell'accesso gratuito a video, musica e informazioni in formato digitale. Le «killer application» della nuova era dell'advertsing «one to one» sembrano possano essere la Tv on demand e quella in Pay per View, i media che più degli altri, entro il 2010, avranno l'impatto maggiore non solo sul volume d'affari globale della spesa pubblicitaria ma anche sui livelli di audience e sulle preferenze degli utenti. La Mobile Tv, invece, è per il campione il media che potrà sviluppare i maggiori benefici in termini di fatturato.La disponibilità di nuove tecnologie e di nuovi modelli di creazione/distribuzione delle campagne si porta però dietro, e questo è l'ultima considerazione emersa dallo studio, la necessità di figure professionali (media planner in testa) con forti competenze in materia di new media. Ed ecco quindi che molte delle più importanti aziende di questo settore sono più che pronte ad aprire il portafoglio per investire in mirati programmi di formazione ed education dei propri dipendenti.



venerdì 30 marzo 2007

AAAAAAA

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Scepi, il valore pedagogico della pubblicità

Ultimi giorni per visitare, alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Cesena, la mostra antologica Franco Scepi Arte - Pubblicità 1960-2007, che ripercorre la lunga carriera di questo artista, copywriter, art director fra i più creativi che hanno operato e operano in campo pubblicitario.E poiché Franco Scepi, oltre a quanto detto sopra, è anche un autore che crede nell'etica della comunicazione, nella responsabilità di chi mostra, l'antologica è stata aperta con un evento di comunicazione etica, intitolato aNOressia mort-a-porter e consistente in una installazione inedita e attualissima realizzata da Scepi per l'occasione, che è stata poi commentata in una tavola rotonda da esperti dei settori della società coinvolti nel problema degli effetti devastanti che il modello di bellezza femminile proposto dal mondo della moda ha sulla salute psicofisica di molte giovani donne.All'incontro di apertura della mostra, sintetizzato dal critico Aldo Benedetti con lo slogan "Non farti sfilare la vita", sono intervenuti il medico e psicoterapeuta Fabio Piccini, che ha sottolineato l'aspetto terapeutico della comunicazione creativa e il valore pedagogico dell'opera di Scepi; la psicoterapeuta nonché teorica dell'Over ad' Art (la forma di Post-Pop Art creata da Scepi) Enrichetta Buchli, che ha parlato della corrispondenza tra il lavoro di Scepi e la propria professione di psicoterapeuta; l'esperto di marketing della moda Paolo Clementi, che ha illustrato i tanti retroscena che avvengono nel mondo della moda e il loro effetto sulla psicologia di massa; il direttore della Publisì Comunicazione di Piacenza nonché ex segretario generale della Fondazione Gorbaciov, Cristiano Grandi, che ha ricordato i tanti anni di collaborazione con Franco Scepi (autore, lo ricordiamo, del simbolo Man for Peace sottoscritto nel 2000 da tutti i Premi Nobel della Pace del Mondo e del monumento La Goccia simbolo delle Madri della Terra) e che ha illustrato il nuovo programma in cantiere intitolato Action and passion for peace.La mostra si era aperta con i saluti del Sindaco di Cesena Giordano Conti, che ha elogiato il lavoro di Scepi e il suo rapporto con l'arte del comunicare, e dell'assessore alla cultura Daniele Gualdi, il quale ha sottolineato come l'inaugurazione dell'antologica sia avvenuta quasi in contemporanea con la presentazione a Cesena del film documentario La strada di Levi di Davide Ferrario, che richiama fortemente l'iconologia de L'uomo di marmo di Andrzej Wajda, il cui celebre manifesto è opera dello stesso Scepi.L'antologica, le cui pubbliche relazioni sono curate da Giorgio Betti in collaborazione con Attilio Zammarchi, organizzatore generale della mostra, rimarrà aperta fino a domenica. Orari: mattino dalle 9.30 alle 12.30, pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30 (chiuso il lunedì). L'ingresso è libero

giovedì 29 marzo 2007

Ampia offerta formativa

Si conclude questa settimana il nostro viaggio tra i principali centri d'istruzione del nostro territorio, che via via ci ha portato a conoscere i dati dei nuovi iscritti e le offerte formative presso l'Istituto Comprensivo di Nizza. Ultima tappa non può che essere, ora, la sede per eccellenza degli studi superiori a Nizza, ovvero l'I.T.C. Pellati, per ragionieri e geometri, con aggregato il Liceo Scientifico G. Galilei. Le cifre delle preiscrizioni all'anno scolastico 2007/2008, indicative nonostante quello che potrebbe apparire un largo anticipo, vedono i liceali in crescita (77 i prossimi "primini") mentre gli iscritti presso il Pellati rimangono stabili: sono 17 i ragazzi che frequenteranno il corso per ragionieri presso la sede di Nizza, e 22 presso quella di Canelli, mentre 16 intraprenderanno i cinque anni del corso per geometri. La novità per eccellenza dell''Istituto, è ovviamente il passaggio di consegne nel ruolo di dirigente scolastico, precedentemente occupato da Emilio Leonotti, al quale è succeduto Ugo Rapetti, già noto per ricoprire lo stesso ruolo presso l'Istituto "Castigliano" di Asti. Il personale docente ha accolto in maniera favorevole la nuova dirigenza, che ha portato con sé nuove idee in particolare in campo informatico. Tra le attività nell'offerta formativa ci è stato segnalato il laboratorio d'impresa, un'iniziativa mirata alla realizzazione di un'idea imprenditoriale da parte dei ragazzi del corso per ragionieri, mettendo in campo le proprie conoscenze di marketing, scelta del pubblico e strategie commerciali. Alla sua concretizzazione, questa iniziativa ha condotto alcuni ragazzi alla realizzazione di un progetto ben preciso, un bracciale che aiuti le madri nella cura dei neonati: le fasi sono state molteplici, dai questionari presso gli asili alle ipotesi di messa in opera, e i ragazzi presenteranno il progetto a una fiera piemontese, incontrando per la prima volta i potenziali utenti. Sul fronte delle attrezzature didattiche è in progetto un nuovo laboratorio di fisica, per il quale l'Istituto è attivo anche per la ricerca di sponsorizzazioni. Da ricordare le molteplici attività di approfondimento pomeridiano, in campi spesso non coperti dal programma scolastico, ma che potrebbero incuriosire i ragazzi in vista del futuro universitario. È il caso degli incontri curati dal prof. Giancarlo Tonani, dal titolo Il teatro della mente, che a partire dall'illustrazione di temi fondamentali della psicologia si estenderanno a spazi liberi di discussione e strategie di autoriflessione. Tra gli altri progetti del Liceo segnaliamo inoltre la preparazione agli esami di Inglese, PET e First, con la collaborazione di docenti esterni, oltre a iniziative riguardanti la ricerca storica e un progetto congiunto con la Facoltà di Fisica di Alessandria. Al Pellati è inoltre attivo il gioco "Borseting", alla sua sesta edizione, e in generale sia la sede di Nizza che quella di Canelli offrono la possibilità di conseguire l'ECDL, la patente europea del computer. La altre aree coperte sono l'educazione stradale, lo studio della politica internazionale attraverso la visione di quattro film tematici, le olimpiadi di matematica, l'orientamento formativo post-diploma, l'educazione fisica e alimentare e i progetti di gestione e ammodernamento delle biblioteche dell'Istituto. (F.G.)

Bulli e... bulli


L'ultimo caso segnalato dagli organi di informazione è avvenuto l'altro ieri a Messina, all'Istituto socio pedagogico ''Felice Bisazza''. L'ennesimo caso di bullismo, l'ennesima cartina al tornasole, forse, della nostra odierna società. Un attimo di distrazione, ed una professoressa d'inglese dell'istituto messinese è stata colpita alla testa da una bottiglia d'acqua lanciata all'uscita dal plesso scolastico da un alunno, che subito è riuscito a far perdere le proprie tracce approfittando del momento di confusione. L'insegnate è stata ricoverata al Pronto Soccorso.
A muoversi è stato nientemeno che il
ministero della Pubblica Istruzione, che ha assunto tutta una serie di impegni netti e precisi.Il ministro della Pubblica istruzione in persona, Giuseppe Fioroni, ha avvertito che la scuola nei confronti del bullismo ''non fa più lo struzzo'' e ha sollecitato per questo la ''fine della gogna mediatica''. Psicologi, sociologi e pedagogisti chiedono alla scuola, ma anche alla famiglia e al mondo degli adulti di aiutare i giovani a superare quegli stati di disagio che portano frequentemente alla violenza, veicolata, sempre più spesso, da tv, internet e videogiochi.
''Qui non si tratta più di goliardie e stupidi scherzi - ha affermato don Fortunato Di Noto, presidente dell'
associazione Meter, che si sta impegnando a monitorare il materiale internet riguardante atti di bullismo e di delinquenza nelle scuole.
Dal dicembre del 2006 l'associazione ha scoperto e denunciato alla polizia postale di Catania 86 video del genere su Internet.
Inoltre, le azioni governative contro il bullismo sono strettamente connesse a quelle che si stanno già realizzando per prevenire il disagio giovanile. Tra queste azioni ''di sistema'': l'elevamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, che renderebbe i ragazzi più consapevoli nelle scelte per la loro formazione e il loro futuro; la riforma dell'esame di Stato, ''per ridare serietà e importanza a un momento formativo fondamentale''; il potenziamento dell'insegnamento della musica, delle scienze e dell'educazione motoria a scuola; i premi all'eccellenza; l'apertura delle scuole di pomeriggio; l'approfondimento della conoscenza della Costituzione; più spazio alla partecipazione studentesca; la promozione dell'educazione alla salute; ed il miglioramento dell'accoglienza degli alunni stranieri.

mercoledì 28 marzo 2007

I VETTORI DEL PORNO

In principio fu Colpo Grosso, poi intervenne la censura e la repressione televisiva ha poi spostato il pubblico degli afecionados sulla rete, su cui è possibile scaricare gratis o condividere ogni sorta di materiale hard core senza alcun rischio.

La vastità dell'offerta e la maggiore intimità del monitor del pc rispetto allo schermo tv ha generato nel giro di pochi anni quello che è stato definito come un nuovo fenomeno di dipendenza da porno-web, come emerge da uno studio condotto dalla facoltà di Psicologia dell'Università di Urbino che ha distinto a questo proposito 3 tipologie di dipendenza: cyber sex addiction, chat sex addiction e il cyber porn addiction.

In tempi recenti il porno, mercato sempre fiorente, si è spostato sul cellulare ed è già un successo. I più scettici inizialmente erano proprio i responsabili dei contenuti delle principali compagnie telefoniche: come sarà possibile godere di video porno su schermi così piccoli? Si riuscirà mai ad averne un'ampia diffusione se il cellulare è la tecnologia che più si usa in mezzo agli altri mentre il porno è ciò che più richiede intimità?

Una ricerca americana condotta dalle università Columbia e Carnegie Mellon ha evidenziato che l'interesse del porno fruibile sul proprio mobile riguarda circa il 20% dei soggetti intervistati, mentre la richiesta di news relative a cultura, eventi, cibo e film non supera complessivamente il 2%. In questo caso, non parliamo solo di videoclip, ma di vere e proprie chat, e persino della possibilità di una connessione privilegiata tra Mr. Smith e la sua Sally, disponibile 24 ore su 24.

Anche l'ipod, così politically correct, ha cominciato un anno fa a consentire il download di video clip del gruppo porno-punk “Suicide Girls”.

I RISCHI DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE


Secondo il Dottor Aric Sigman, socio della Società Britannica di Psicologia e membro dell'Istituto di Biologia, il piccolo schermo rappresenta una grave minaccia per la salute.
Il rischio sarebbe legato ad una minore produzione di melatonina, che è definito "l'ormone del sonno". La sua carenza determinerebbe alterazione dei ritmi biologici; nei giovani indurrebbe deficienza immunitaria e accelererebbe l'inizio della pubertà, negli anziani incrementerebbe la possibilità di sviluppare l'Alzheimer, favorirebbe l'insorgere del diabete e altre malattie degenerative.
Nei primi anni '60 si diceva che le radiazioni del Televisore, dovute all'emissione di fasci di elettroni sparati dal “Cannone elettronico”verso l'interno del monitor era potenzialmente dannoso per chi si fosse trovato troppo vicino all'apparecchio sia perchè le onde elettromagnetiche possono provocare danni gravi all'organismo, sia per i danni alla vista (nel primo caso linfomi e leucemia, nel secondo deficit di visione e accomodatamento della vista).
A questo insegnamento si aggiunse, in quegli anni, un rapporto, mai divulgato poi sui Media, sui danni prodotti dalle emissioni dei Radar in chi si trovasse esposto al loro raggio d'azione e quindi "attraversato" dalle onde Radar.
In tempi più recenti uno scienziato inglese ha dimostrato il danno cerebrale che può essere indotto dall'uso frequente del telefonino cellulare a causa della emissione di onde elettromagnetiche che attraversano il cervello, visto che si tratta comunque di strumento basato sulla stessa tecnologia di una radiotrasmittente.
Stessa cosa avviene in prossimità di antenne emittenti Radiotelevisive. Specifico il caso di Radio Vaticana accusata di tali danni; nonché ripetitori ENEL, Telecom etc...Le Multinazionali e le autorità interessate hanno sempre negato questi effetti sull'organismo umano.
Adesso arriva questo rapporto di un membro illustre della Società Britannica di Psicologia che ci avvisa che oltre ai danni fisici si ipotizzano gravi danni psicologici.
Karl Popper ci mette in guardia sui danni sociologici prodotti dalla pessima informazione TV, nonché sul regresso culturale e sociale e politico dovuto al fatto che, se nei fanciulli la TV svolge troppo spesso la funzione di “baby sitter”, negli adulti induce un soporifero convincimento che tutto ciò che dice la TV è vero. "Lo ha detto la TV" è diventato una frase udibile in ogni parte del mondo.
Sono tutti possibili rischi da tenere in considerazione… quindi cosa fare?

martedì 27 marzo 2007

Università: via alle preiscrizioni online


Da oggi prende ufficialmente il via la macchina organizzativa del prossimo anno accademico: i circa 470 mila studenti del quinto anno della scuola superiore potranno scegliere tramite Internet l’ateneo e la facoltà universitaria.In base al decreto firmato pochi giorni fa dal ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, si tratterà di una prescrizione ufficiale che potrà essere trasmessa fino al 20 aprile. La scelta potrà avvenire attraverso uno dei tanti computer presenti a scuola, con l’aiuto dei propri insegnanti, o per chi è fornito di computer direttamente a casa assieme ai familiari: «è bene sapere - spiegano dal ministero - che però per i ragazzi non si tratta di una scelta irrevocabile». Per gli atenei si tratta comunque di indicazioni importanti poiché è statisticamente provato che molti degli studenti non cambieranno idea: in base ai dati raccolti, le amministrazioni accademiche potranno così organizzare preventivamente il sistema di accoglimento delle matricole e il loro orientamento. Per prescriversi basterà collegarsi all’indirizzo web universo.miur.it e riempire l’apposito modulo: agli alunni delle ultime classi degli istituti di istruzione secondaria di II grado viene richiesto, subito dopo l’inserimento dei dati personali e di quelli relativi alla scuola frequentata, se hanno intenzione di iscriversi all’Università, se sono interessati a proseguire gli studi attraverso altri percorsi formativi (ad esempio, Accademie di Belle Arti, Conservatori di Musica, Istituti superiori per le industrie artistiche, Scuole superiori per mediatori linguistici, corsi Ifts) oppure se pensano ad un immediato inserimento nel mondo del lavoro dopo il conseguimento del diploma scolastico. La compilazione del modulo (al momento è disponibile ’on linè un facsimile del modello che sarà inserito nel suddetto sito a partire, probabilmente, dal 19 marzo) prevede poi l’individuazione - partendo dalle «aree didattiche-culturali» Sanitaria, Scientifica, Sociale, Umanistica e proseguendo con la scelta della classe di laurea e la sede universitaria - del corso preferito: in caso di indecisione se ne possono indicare tre, anche di Istituzioni superiori differenti, in ordine di priorità. In fondo al modulo è possibile anche segnalare se si è interessati a ricevere informazioni sulle borse di studio per studenti capaci, meritevoli e privi di mezzi. Inoltre, viene chiesto agli alunni disabili se hanno necessità di ausili personalizzati. Al modulo telematico (per la compilazione del quale anche quest’anno è stato predisposto un sistema di lettura per gli alunni non vedenti) fa seguito un questionario che gli studenti possono compilare per motivare le scelte ed evidenziare quali attività ritengono più utili per verificarle. Il questionario consente ai ragazzi anche di esprimere cosa si attendono dall’esperienza universitaria e quali sono, secondo loro, le differenze sostanziali fra studiare a scuola e all’università. Nell’anno accademico in corso il numero degli immatricolati -327.000 suddivisi 85 atenei - è stato inferiore a quello dell’anno precedente. Rimane in piedi, come confermato giovedì scorso dal ministro Mussi all’inaugurazione del Festival della Matematica, lo scetticismo delle matricole per le facoltà scientifiche. In calo le adesioni anche per Lingua e letteratura italiana, Scienze della Comunicazione e dello spettacolo, Sociologia e Psicologia. Tra le facoltà che hanno invece riscosso maggiore apprezzamento nell’ultimo anno figurano Scienze sociali, Scienze e Tecnologie, Scienze Ambientali, Scienze del Benessere, scienze Manageriali, Farmacia e Studi orientali.

UN'ANTOLOGIA DI GIOVANI SCRITTORI DA MINIMUM FAX

Un'antologia dei giovani scrittori italiani di questi ultimi anni. Un'antologia con cui verificare quali sono le prospettive per la letteratura italiani nei prossimi anni. Racconti redatti dagli esordienti italiani 'pescati' tra le tante pubblicazioni che compaiono sulle riviste cartacee e sulla rete telematica. E' questo l'obiettivo del lavoro proposto dallo scrittore e redattore della rivista letteraria Nuovi Argomenti Mario Desiati ''Voi siete qui. Sedici esordi narrativi'' pubblicato dalla casa editrice Minimum Fax. Stili diversi. Attitudini letterarie particolari. Argomenti lontani tra di loro con cui descrivere realta' spesso contraddittorie e conflittuali. Sono tanti i temi che vengono trattati nelle opere presentate da Desiati. Temi che sono stati sottoposti al vaglio dei critici della rivista e della casa editrice.

lunedì 26 marzo 2007

CONTRO ITALIA.IT GLI OPERATORI DEL TURISMO

Roma - Arriva dagli operatori turistici di UnionTurismo una nuova scomunica per Italia.it, il portale del turismo criticato in modo pressoché unanime da esperti, sviluppatori e blogger. Secondo l'associazione degli operatori della promozione e dell'accoglienza turistica, il portale contiene "macroscopici errori" che vanno corretti al più presto per evitare danni.
In occasione di un incontro in Val d'Aosta, i rappresentanti di UnionTurismo hanno fatto alcuni esempi, come quello dell'Abruzzo, regione a cui il portale Italia.it non attribuisce località marittime. Si tratta - hanno spiegato gli operatori - di uno tra i tanti "macroscopici errori rilevati sul portale, che contiene madornali omissioni nelle informazioni riguardanti il Molise, le Marche, la Liguria". Il portale secondo UnionTurismo offre "contenuti fuorvianti". "L'Abruzzo senza coste, spiagge e mare - ha spiegato uno dei dirigenti dell'Associazione - è un'assurdità, visto che da Ortona, a San Salvo, a San Vito Chietino, a Roseto, a Silvi, a Giulianova, ad Alba Adriatica il mare è di qualità e apprezzato da milioni di turisti italiani e stranieri".La situazione di disagio per gli operatori è tale che UnionTurismo chiede al Governo "di porre rimedio urgente alle sviste grossolane che appannano l'immagine del nostro paese". Secondo l'Associazione "è davvero disarmante che un sito costato circa 45 milioni di euro contenga gravissimi errori logistici, omissioni e sviste". Ma l'Associazione si appella anche a tutti gli operatori associati affinché segnalino "tempestivamente agli uffici centrali di Roma e alla sede organizzativa di Aosta gli errori riscontrati". Tra questi, UnionTurismo avverte anche di prendere nota delle molte informazioni errate presenti sul portale e segnalate da
Scandalo Italiano, il blog attivato da utenti ed esperti all'indomani della presentazione di Italia.it. L'idea di fondo è quella di dar così il via ad una "rapida e salutare correzione".Un primo dossier è stato già presentato dall'Associazione alla Commissione nazionale Cultura accoglienza e turismo, un dossier che ci si augura sarà presentato "al più presto sia al Governo che al Parlamento anche nell'ambito dei disciplinari e dei protocolli d'intesa volti a favorire il turismo scolastico nel sistema Italia".Sul fronte Italia.it, come noto, è ormai imminente il barcamp RItaliaCamp, a cui aderiscono decine e decine di esperti italiani e che costituirà l'occasione per fare il punto sul portale. Si terrà il 31 marzo all'Università Bicocca di Milano.

Ufficio postale l’ultimo emporio dell’era virtuale


Tutti in coda per diventare operatori mobili virtuali. Le più interessate sono le società di grande distribuzione che potranno vendere traffico telefonico, che i clienti potranno mettere direttamente nel carrello del supermercato. L’opportunità fa giustamente gola anche a Poste Italiane che, sul territorio, ha una presenza capillare tramite oltre 14mila uffici postali e, tra raccomandate e francobolli, può riuscire a smerciare anche cellulari e traffico telefonico. E se la Coop dovrebbe cominciare a vendere tra pochi mesi connettività mobile usando la rete di Tim, Poste Italiane, secondo indiscrezioni non confermate da entrambe le società, sta per firmare un analogo contratto con Vodafone.In realtà la lista degli aspiranti operatori virtuali è molto lunga. Tante sono infatti le aziende che vorrebbero affittare la rete di un operatore mobile e diventare loro stessi gestori telefonici. A spingere sul fronte dell’operatore virtuale c’è anche l’Authority per le telecomunicazioni e l’Unione Europea. In altri Paesi come l’Inghilterra e la Francia gli operatori virtuali sono già attivi da alcuni anni, garantendo maggiore concorrenza nel settore. Sul fronte del servizio l’operatore virtuale dovrebbe funzionare come un normale gestore telefonico garantendo soprattutto la possibilità di telefonare mentre ancora non si conoscono le caratteristiche dei servizi che potranno essere aggiunti.

domenica 25 marzo 2007

Master in Mediazione familiare



La mediazione familiare, agli inizi degli anni ‘80 ha avuto una grande diffusione prima negli Stati Uniti e in Canada e subito dopo in molti Paesi Europei. Da alcuni anni si sta rapidamente diffondendo anche in Italia.
Il primo servizio pubblico di mediazione familiare è stato istituito dal Comune di Milano nel 1989.
Successivamente sono stati aperti numerosi altri centri (sia pubblici che privati) che offrono servizi di mediazione familiare. È prevedibile che nei prossimi anni si manifesti un ulteriore incremento di questi servizi (tra l’altro, sono stati presentati alcuni disegni di legge che prevedono, in varie forme e con diverse modalità, l’intervento del mediatore familiare). Un forte impulso alla diffusione della mediazione familiare è stato dato da alcune istituzioni europee (in particolar modo il Consiglio d’Europa) che hanno stimolato gli Stati membri dell’Unione Europea ad introdurre e promuovere la mediazione familiare, o, dove necessario, potenziare le attività di mediazione familiare esistenti.
Il mediatore familiare può svolgere la propria attività presso centri pubblici, presso centri privati (cooperative, associazioni, ecc...) o come libero professionista.
L’obiettivo principale del Master è quello di formare, (secondo i criteri stabiliti dal Forum Europeo di Formazione e Ricerca in Mediazione Familiare) operatori che siano in grado di utilizzare le tecniche di mediazione familiare in diversi contesti e in diversi ambiti, sia pubblici che privati.
I metodi d’insegnamento utilizzati nel master comprendono: lezioni teoriche frontali, esercitazioni pratiche, simulate, role playing, visione di video di sedute di mediazioni, tirocinio e stage.
Il master è prevalentemente rivolto a: Psicologi, Avvocati o Laureati in Discipline Giuridiche, Sociologi, Assistenti Sociali e Operatori Sociali, Pedagogisti o Laureati in Discipline Didattico-Educative.

Editori in Rete: Nuovi strumenti digitali per il mercato editoriale


Argomento centrale dell'evento, è stato il mutamento che il mercato dell’editoria libraria ha vissuto, e sta vivendo, a seguito dell’introduzione di internet e delle nuove tecnologie digitali soprattutto nel marketing e nella distribuzione. Come hanno sottolineato più volte nella giornata l’editore Alberto Castelvecchi e Francesco Mizzau, responsabile del Centro studi Vivalibri, assistiamo da tempo ad un cambiamento paradigmatico che sta mutando radicalmente lo scenario e i rapporti di business che coinvologono editori, distributori, bibliotecari, autori, librai, giuristi, operatori culturali e lettori. Il convegno ha fotografato l’attuale stato dell’arte del mercato librario, focalizzandosi in particolare sul dibattito intorno ai sistemi di DRM - Digital Rights Management - e della loro relazione con le innovative modalità di scambio, condivisione, produzione e riproduzione che stanno modificando il valore del copyright, ma soprattutto, sullo "Tsunami digitale" – prendo in prestito la metafora naturalistica usata durante il convegno dal Prof. Valerio Eletti - provocato dai nuovi modelli di business pubblicitario sui motori di ricerca come Google .

sabato 24 marzo 2007

GRIDGALLERY: Nasce la prima Galleria d'Arte virtuale italiana su Second Life

Ovvio ? banale ? Non tanto, visto che per quante ricerche possiate fare, non la troverete mai in giro!

Sì, perché la GridGallery è una galleria virtuale - la prima italiana - e si trova in Second Life, un mondo interamente digitale che sempre più richiama l’attenzione entusiastica o critica dei media e del pubblico.


Il mondo virtuale è in piena fase di boom demografico e creativo, luogo fertile per iniziative di qualunque tipo: dal business all’educazione passando per il commercio, per fare qualche esempio. La sua stessa esistenza costituisce per esteso una creazione artistica, dotata di linguaggio, interazione e valori estetici.

In questo paesaggio in evoluzione si colloca la galleria, luogo aperto alle sperimentazioni e alle indagini non letterali sull’arte. GridGallery interviene infatti, in SecondLife, sfruttandone le potenzialità di coinvolgimento spaziale, di ipertestualità ed iperconnessione.

I ventuno giovani graphic artists coinvolti nella prima esposizione affidano al web la propria visibilità e – di fatto – parte della propria educazione, in quanto autori già navigati su blog e internet. I giovani graphic artists ne sfruttano appieno le possibilità d'interazione, condivisione e dialogo, facendo delle pagine xhtml un luogo di ricerca e di residenza immateriale.


La GridGallery intende fare proprie tali possibilità, mentre la sua identità tridimensionale, del tutto coinvolgente, potenzia enormemente il concetto altrimenti astratto di spazio. Se, da un lato, le applicazioni come Second Life tendono oggi a diventare luogo, dall’altro la condivisione, la fruizione e la percezione artistica assumono caratteristiche del tutto inedite.


Ecco allora spiegata l’origine del grande successo della prima iniziativa, alla quale si accompagnano commenti sulla stampa e in Rete dai toni generalmente positivi, quando non entusiastici.

Commenti che spingono la GridGallery ad avviare subito una nuova iniziativa…Gridcafè!

ROBOT CON IL BATTICUORE


L'Europa ha lanciato un progetto per produrre umanoidi in grado di provare emozioni. Entro il 2010 i primi esemplari.

L'idea dei ricercatori europei consiste nel concepire e produrre dei robot capaci non solo di interagire con gli esseri umani, ma anche di sviluppare e sentire emozioni mediante gli scambi relazionali con il proprietario.

I robot avranno così a loro disposizione videocamere per registrare le immagini e sensori per captare, ad esempio sulla base di alcuni parametri sensibili come il calore, il tatto e la distanza, i segnali non verbali per individuare e conoscere lo stato emozionale della persona. Questo equipaggiamento non permetterà certo ai robot di essere perfetti replicanti, non proveranno, vale a dire, le stesse identiche emozioni degli esseri umani, ma più semplicemente di dare l'impressione che lo siano, reagendo al loro comportamento.

Uno dei principali obiettivi sarà quello di fornire un nuovo "amico su sistema binario" in grado di intrattenere, fare compagnia, curare, dando al paziente un concreto appoggio terapeutico.

Secondo i responsabili del progetto per raggiungere questo livello di sviluppo i robot devono possedere sensibili doti di adattamento e spiccate capacità di potenziare le loro abilità apprendendo dal contatto con le persone. Per questo motivo lo sviluppo del progetto è realizzato in stretta collaborazione con esperti nei campi della psicologia comparata, del comportamento, della scienza delle immagini, della robotica.

Un altro aspetto strategico su cui intervenire è individuare i fattori che aiutino a cambiare l'atteggiamento generale delle persone, anche se, apparentemente, sembrerebbe piuttosto un problema generazionale.

Il progetto Feeling Growing, che possiede un fondo di 2,5 milioni di euro, è finanziato dall'area tematica del sesto programma quadro dal nome Tecnologia della società e dell'informazione. Un progetto, però, di ampio respiro che coinvolge scienziati sia americani dell'istituto tecnologico del Massachussett sia giapponesi del laboratorio di ricerca in comunicazione.

venerdì 23 marzo 2007

QUEL TIC TAC NEL CERVELLO


Non uno, ma più orologi biologici, asincroni, cioè tarati su diversi “fusi”, nel cervello umano. Ciascuno dedicato a un singolo stimolo e a una specifica zona dello spazio. È l’immagine scelta dai ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano per spiegare perché a volte ci sembra che la percezione dello scorrere del tempo non corrisponda alle lancette dell’orologio, ma dipenda anche da dove guardiamo.

L’esperimento, condotto in collaborazione con la University of Western Australia, l’Università di Firenze e il Cnr di Pisa, e pubblicato su Nature Neuroscience, è stato condotto su alcuni soggetti monitorati mentre guardavano delle barre bianche e nere che si muovevano velocemente in una piccola finestra circolare. Dopo pochi secondi l’osservatore doveva giudicare per quanto tempo un’altra figura rimanesse nella stessa posizione all’interno della finestra. Dopo un certo numero di apparizioni e scomparse della barra nella stessa posizione, il soggetto aveva la percezione che l’intervallo fosse sempre più breve.

Questo fenomeno dell’adattamento, per cui dopo una prolungata stimolazione il cervello si adatta allo stimolo e diventa meno reattivo ad esso, era già noto per l’olfatto e la vista. Ma non per il senso del tempo. Né si riteneva che questo fosse legato alla posizione della barra nello schermo: se l’immagine compariva in altre parti del campo visivo, infatti, il soggetto aveva una percezione della durata del fenomeno “corretta” cioè simile a quella dell’orologio, indipendentemente dalla direzione dello sguardo del soggetto.

“Se il cervello dell’uomo lavora con tanti orologi asincroni – sottolinea Maria Concetta Morrone, professoressa di Psicologia Fisiologica Avanzata dell’ateneo milanese e coordinatrice dello studio - perché non costruire computer funzionanti con lo stesso schema? Copiare questo modello potrebbe permetterci di costruire computer, reti di computer e sensori più potenti e “intelligenti”, in grado di assolvere a quelle funzioni che con un solo “orologio” le macchine non riescono ancora ad assolvere”.

TV, UN’INFLUENZA CHE NON PASSA


DAL 1954 nella vita degli italiani è giunta una nuova amica... la TELEVISIONE.
Essa è diventata parte integrante della nostra esistenza. Però, molte volte, non ci fa distinguere adeguatamente ciò che fa parte della nostra realtà da ciò che è del tutto fantastico se lo spettatore è passivo ed inerme.
Ciò nonostante è diventata la nonna delle nuove generazioni.
Nonna tv è nata per informarci, ma a volte ci influenza al punto di fuorviarci.

Ma quali sono maggiormente le vittime della televisione?

Certamente i bambini che, trascorrendo in media tre ore al giorno davanti ad essa, crescono precocemente abituandosi a seguire narrazioni complesse e a ricevere stimoli emotivi forti e violenti. La televisione, inoltre, diviene compensazione della comunicazione, delle carenze affettive, e spesso sostituisce il dialogo familiare e le emozioni possibili in un rapporto reale. Gli altri rischi educativi sono l'acquisizione di una visione della realtà semplificata e distorta, scarse capacità di concentrazione e una socializzazione troppo precoce.

Ma perché siamo così tanto ipnotizzati dalla tv?

La psicologia della mente umana è complessa, e spiegare un fenomeno del genere risulta difficile; tuttavia è stato dimostrato che ciò che condiziona la percezione è l'attenzione esercitata dai vari soggetti, la quale è sollecitata dalle caratteristiche formali del messaggio: il rapporto figura/sfondo, le figure in sè, l'uso del colore oppure le caratteristiche del contenuto, cioè la novità, la pregnanza; segue la comprensione che avviene quando il destinatario attribuisce al messaggio un senso corrispondente a quello che ha inteso attribuirgli la fonte; purtroppo, però, la comprensione non sempre è semplice; essa può essere facilitata dalla presenza, nel messaggio, di segni familiari al destinatario, dalla semplicità degli argomenti e delle argomentazioni, da una conclusione esplicita e/o anticipata, oppure dalla presenza di una fonte credibile valutata positivamente. Una volta compreso il messaggio, l'individuo agisce di conseguenza elaborando un sistema di informazioni e credenze coerente con il proprio background cognitivo, accettando o rifiutando l'opinione sostenuta dal messaggio. Naturalmente quest'ultimo, una volta giunto all'individuo, ha due possibilità: scivolare via o persistere nella nostra mente; ciò che incide su quest'ultima chance è la memorizzazione del messaggio o la dissociazione tra fonte e messaggio nel ricordo del destinatario. Per raggiungere il proprio scopo gli spot pubblicitari, per esempio, adottano diverse strategie d'influenza ripetendo il messaggio o inserendo in esso un elemento di novità o inducendo una valutazione positiva su un determinato "oggetto", facendolo, cioè, apparire simile al destinatario o vicino alla sua situazione sociale.

giovedì 22 marzo 2007

Le neuroscienze nel XXI secolo

Sfide e promesse delle neuroscienze nel XXI secolo. A quali decisive scoperte giungerà la ricerca nel settore delle neuroscienze nei prossimi decenni? A questa domanda una ventina di illustri neuroscienziati e scienziati cognitivi di tutto il mondo saranno chiamati a rispondere nel corso di “Mind/Brain Sciences in the 21th Century”, un workshop che si terrà il 13 e 14 marzo prossimi a Rovereto, in occasione dell’inaugurazione del Centro Interdipartimentale Mente e Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento.Un simposio di due giorni durante il quale scienziati di fama internazionale discuteranno le possibilità di sviluppo dei relativi ambiti di ricerca, per svelare infine quali sono, a loro avviso, le più probabili conquiste derivanti dai loro studi.Il CIMeC (Centro interdipartimentale Mente/Cervello) è un centro che studia il funzionamento del cervello umano attraverso l'analisi delle sue caratteristiche funzionali, strutturali e fisiologiche, sia allo stato normale che patologico. Per indagare i correlati neurali del comportamento, il Centro dispone di metodiche di neuroimmagine all’avanguardia. Diretto dal professore Alfonso Caramazza, trasferitosi a Rovereto da Harvard, dove era docente di psicologia e dirigeva il Neuropsycology Cognitive Laboratory, il CIMeC si compone di vari laboratori di neuroscienze cognitive per la ricerca clinica e di base, di laboratori computazionali e di psicologia sperimentale, oltre ad un dottorato di ricerca in “Cognitive e Brain Science”.

A MESTRE I PRIMI DOTTORI IN GRAFICA E MULTIMEDIA

A Mestre si formeranno i cervelli della comunicazione grafica e multimediale. Dal prossimo anno accademico saranno attivati i corsi della nuova laurea triennale in Scienze della Comunicazione grafica e multimediale, con due indirizzi: Comunicazione grafica-pubblicitaria e Comunicazione d'impresa e istituzionale.

Si tratta di una disciplina nuova, con nessun altro esempio uguale in Italia. Spiega il suo coordinatore responsabile, don Walter Cusinato, che è anche segretario della Sisf, l'istituzione universitaria in cui si colloca: «E' un corso aperto anche ai diplomati nei licei, negli istituti tecnici e professionali e che abbiano interesse per questo tipo di laurea. Non abbiamo però voluto puntare primariamente agli aspetti tecnologici, che interessano di più facoltà come ingegneria o informatica applicata; quanto piuttosto all'area della comunicazione, nel senso più ampio del termine e attraverso i più diffusi e moderni supporti: dalla carta stampata, al web, alla comunicazione multimediale».

«Non parliamo di giornalismo, né di cinema, di televisione o di radiofonia, anche se si parlerà anche di questi media», spiega don Cusinato. «Vogliamo formare un professionista del comunicare attraverso mezzi tradizionali - dépliant, brochure, manifesti... - e multimediali - siti web, cd e dvd - pur sapendo che tre anni sono solo un inizio».

Le varie discipline formeranno sui processi grafici e l'organizzazione di aziende di questo tipo; ma anche sulla comunicazione d'azienda o istituzionale, portando a individuare le strategie migliori per comunicare e presentare un prodotto.Chi avrà in tasca questa laurea potrà cercare lavoro in aziende che operano nel campo della grafica, della comunicazione e della multimedialità in genere; potrà spendersi in un'attività libero professionale o collaborare con studi di progettazione grafica e multimediale; infine nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione, che sempre più si dota di professionalità in questo settore.
Il corso sarà strutturato in un biennio comune per tutti e un terzo anno specifico per l'indirizzo scelto (comunicazione grafica-pubblicitaria o comunicazione d'impresa e istituzionale).

«Durante i primi due anni - spiega il responsabile - vogliamo formare le persone con discipline come antropologia e comunicazione, sociologia, semiotica, estetica, filosofia del linguaggio, psicologia della comunicazione, storia dell'arte moderna e del disegno grafico... far crescere le idee, insomma».
Precisa don Walter Cusinato. «Sia al primo che al secondo anno abbiamo due importanti laboratori, di informatica di base applicata e di informatica multimediale, per acquisire una serie di competenze e abilità, visto che il computer per questi professionisti è come il pennarello per il disegnatore. Non vogliamo però semplicemente insegnare ad usare un determinato programma informatico; ma dare le competenze per scegliere, in base alle idee che si vogliono comunicare, lo strumento più adatto. Il terzo anno, in particolare, si sviluppa la progettualità e ci si sperimenta con questi strumenti. E' previsto anche il tirocinio presso aziende».
E dopo la laurea triennale? Stiamo già pensando ad avviare un biennio di laurea specialistica, magari in accordo o in collaborazione - comunque in dialogo - con altre università del territorio. Per formare professionisti ad alto livello nel settore grafico e poter dare un titolo di studio adeguato a possibili futuri docenti di queste discipline».

mercoledì 21 marzo 2007

martedì 20 marzo 2007

lunedì 19 marzo 2007

se mi vuoi

domani sarà un giorno migliore

ciao

ciao ciao

venerdì 23 febbraio 2007

L’«AFFECTIVE COMPUTING» PER IMPARARE A COMUNICARE


Debutta MySelf, piattaforma e-learning per insegnare a riconoscere le emozioni e a gestire le relazioni.

Formare il personale di aziende bancarie e strutture sanitarie nella gestione della comunicazione e delle proprie emozioni nelle relazioni interpersonali, anche a contatto con individui di altre culture. Questo è stato l’obiettivo di MySelf, (Multimodal e-learning system based on simulations, role playing, automatic coaching and voice recognition interaction for affective profiling), progetto Craft (Co-operative Research Action for Technology Projects) sull’e-learning.

Elemento cardine, nel progetto, è stato il tema dell’affective computing che consiste in forme di utilizzo della tecnologia in grado di relazionarsi, ma anche di modificare o influenzare le relazioni. Nell’e-learning l’affective computing può consentire di interpretare i segnali comportamentali dei partecipanti, supportando la formazione in modo personalizzato ed efficace. Hanno caratterizzato il progetto l’apprendimento collaborativo, i giochi di ruolo, un tutor virtuale, Linda (acronimo di Learning Intelligent Dynamic Agent), accanto a un tutor umano, una metodologia cognitiva e il riconoscimento vocale.

Alcuni degli aspetti innovativi del percorso in e-learning sono: esprimere emozioni tramite il tutor virtuale che presenta le attività e guida il partecipante attraverso le prove, riconoscere gli stati emotivi del discente dal tono di voce da lui usato.Di fronte a una particolare situazione (come l’approccio con un cliente polemico in ambito bancario, o il dialogo con una paziente extracomunitaria intenzionata a interrompere una gravidanza nella versione per i medici) il discente doveva scegliere le risposte più adeguate dal punto di vista della comunicazione ed della sfera emotiva, per apprendere i comportamenti più appropriati alle situazioni reali.

L’intenzione è di continuare nelle attività di ricerca per perfezionare sempre più la soluzione utilizzata, anche in vista della sua commercializzazione. L’obiettivo è di rendere disponibile percorsi didattici adatti a formare anche quanti svolgono lavori di relazione in settori diversi da quello bancario o sanitario.

QUANDO NON SI PUO’ FARE A MENO DEL WEB


Passare ore ed ore davanti allo schermo di un computer, talvolta dimenticandosi di mangiare e anche di dormire; creare relazioni e amicizie solo attraverso la Rete; non sentirsi a proprio agio nei contatti faccia a faccia; Preferire una partita a scacchi o a poker on-line piuttosto che affaticarsi nelle corrispettive versioni “reali” di questi passatempi…le piccole e grandi manie del popolo di Internet.

I più fatalisti hanno lanciato subito l’allarme: Internet fa male!!! Influisce sulla psicologia dei propri utenti fino a distruggere la capacità di relazionarsi normalmente con persone in carne ed ossa!!! La realtà virtuale crea un mondo parallelo in cui l’internauta si rifugia, sfuggendo ai problemi della vita reale. E questi effetti sono dannosi, soprattutto se davanti allo schermo c’è un bambino o un adolescente, senza il controllo dei genitori.

Gli allarmisti non sono tutti pazzi visionari. Alcuni riscontri scientifici, in effetti, ci sono: Matthias Jerusalem, professore del dipartimento di Psicologia mentale e pedagogica dell’Università di Humboldt a Berlino, è uno dei massimi studiosi europei di Internet Addiction Disorder, sindrome da dipendenza dalla Rete.

Ma cosa si intende per dipendenza? Reazioni di insoddisfazione o ansia in assenza di un collegamento a internet, incapacità di disconnettersi, sesso elettronico e voyeurismo. Un rapporto distruttivo e deleterio quello che i rete-dipendenti hanno con Internet.


La soluzione a questa malattia di ultima generazione? Ancora non c’è. Ma rivolgersi a un’assistenza psicologica è un buon inizio.

I “drogati da Web” sono principalmente gli americani: il 12,5 per cento degli internauti ammette di avere una dipendenza morbosa dalla Rete, alla stregua di tabagismi o tossicodipendenti. Un giorno senza internet, infatti, per loro è una sofferenza. Di questi, il 9 per cento si vergogna di ammettere la propria net-dipendenza e vorrebbe smettere. Già perché l’attaccamento maniacale al computer in alcuni casi ha minato i rapporti degli utenti con le persone care.

Come uscire dal tunnel di questa dipendenza? Il percorso di guarigione e riavvicinamento progressivo alla realtà è tortuoso. Esistono gruppi di assistenza… Paradossalmente, anche sul web. Alcuni siti, come l’agenzia di stampa netdipendenza.it trattano il tema in modo completo e sfaccettato e offrono uno sportello di psico-assistenza on-line.

giovedì 22 febbraio 2007

ARRIVA LA CENA VIRTUALE PER NON ESSERE SOLI!



Oramai la tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana. Ci accompagna dappertutto, al lavoro e nel tempo libero, dall’ascolto di una canzone, allo spettacolo di un film. Ora la scienza prova ad aiutarci anche su un fattore determinante della nostra psicologia quotidiana: la solitudine, soprattutto vissuta a tavola. E’ stata, infatti, sviluppata una nuova tecnologia proprio per tutte quelle persone che sono costrette a vivere lontano dai propri cari, e per tutti coloro che, mentre pranzano, si sentono terribilmente tristi proprio perché privi di compagnia.

Nel giro di un paio d’anni, sarà dunque possibile vivere le cosiddette “cene familiari virtuali” scrive il tabloid inglese Daily Telegraph, realizzate grazie ad appositi schermi interattivi, posizionati in sala da pranzo, che consentiranno di “riunirsi” alla propria famiglia, condividendo in tempo reale il momento del pasto.

La società americana Accenture ha deciso di sfruttare la diffusione delle connessioni broadband per consentire a chiunque di avere l’illusione virtuale di un pranzo in famiglia. Basterà dotarsi di un apposito programma che proietterà l’immagine della persona con cui si è scelto di stare in compagnia direttamente sulla parete di casa. Secondo quando sottolineato da Dadong Wan, ricercatore dei laboratori dell’azienda statunitense, con questa nuova tecnologia si potrà “ripristinare quel tipo d’interazione familiare che un tempo era scontata”.

PARIGI. “L’IDIOTA DIGITALE” di TJUNA NOTARBARTOLO.


Il saggio “L’idiota digitale” ha un impianto intellettuale e rimanda a considerazioni e riflessioni che vanno dal filosofico al sociologico, dalla psicologia ai vari temi delle scienze della comunicazione. Si tratta di un breve saggio su un argomento di grande contemporaneità nel campo delle comunicazioni, una riflessione sull’ultimo medium: la televisione digitale terrestre.

Tjuna Notarbartolo, giornalista, critico letterario, dirige il Premio Letterario Elsa Morante, esperta di mass-media, laureata in scienze della comunicazione, elabora un nuovo modello di produzione comunicativa e culturale.
Il suo saggio vuole essere uno studio scientifico-filosofico, che prende le mosse dagli approcci ai mass-media di Marshall McLuhan, e ripercorre le linee guida del guru delle scienze della comunicazione ed applicandole, prospetticamente, a quel “medium” che non ha potuto conoscere, ma che, in qualche modo, immaginava già.

Un libro, al tempo stesso scientifico e divulgativo, per appassionati, studiosi o semplici curiosi, con riflessioni ed approfondimenti che spaziano dalla psicologia alla sociologia, alla comunicazione politica, oltre che, naturalmente, dalla storia dei mass-media alle scienze della comunicazione.
E’ un saggio ingegnoso, sdrammatizzato da un’ironia che comincia sin dal titolo…da leggere, per approfondire.

mercoledì 21 febbraio 2007

I VIDEOGAME OFFRONO ABILITÀ SPECIALI AI CHIRURGHI


Uno studio rivela: aver giocato per almeno tre ore alla settimana ai vituperati videogiochi permette ai medici-chirurghi di essere più abili, più pronti e più capaci nell'operare sulle persone!
Vengono ritirati dal mercato e messi sulla graticola per presunta incitazione dei giovani alle sparatorie di massa ma non mancano gli studi, più o meno approfonditi, che parlano dei videogame come strumenti per affinare i sensi e la percezione.
E ora si scopre addirittura che, proprio grazie al tempo dedicato al divertimento interattivo, i chirurghi otterrebbero risultati migliori nella sala operatoria.
La segnalazione arriva da Archives of Surgery, magazine che nel numero di febbraio pubblica uno studio secondo cui esiste una forte correlazione tra le abilità da videogiocatore e la capacità di un chirurgo di eseguire un'operazione in laparoscopia, operando senza incidere il corpo del paziente, guidato da un monitor che trasmette le immagini della piccola sonda inserita nella zona interessata.
Secondo lo studio, giocare ai videogame ha permesso ai medici presi in esame di ottenere punteggi superiori nei test sulle loro capacità di operare, con una correlazione addirittura più evidente di un lungo periodo di pratica o della precedente esperienza in questo genere di operazioni.Interessati alla ricerca, 33 medici-chirurghi del Beth Israel Medical Center di New York: 9 di questi, che avevano in precedenza dedicato almeno 3 ore a settimana al videogaming, hanno fatto il 37% in meno di errori, operato il 27% più velocemente e totalizzato un punteggio del 42% superiore nei test delle abilità chirurgiche rispetto ai collegi non videogiocatori.
Douglas Gentile, professore di psicologia della Iowa State University e co-autore dello studio, dichiara: "È stato sorprendente scoprire che aver giocato ai videogame commerciali preannunciasse l'acquisizione di abilità chirurgiche avanzate". E aggiunge "Lo studio è una ulteriore conferma delle precedenti ricerche sulle proprietà taumaturgiche dei giochini elettronici di migliorare abilità automobilistiche, coordinazione occhio-mano, attenzione visiva, percezione della profondità e competenza con i computer".
Ma Gentile avverte che "i genitori non dovrebbero leggere nello studio un beneficio se i propri figli giocano ai videogame per più di un'ora al giorno. Passare tanto tempo davanti al video non può in alcun modo aumentare le possibilità dei ragazzi di entrare in un istituto di medicina".

Honda Riding Trainer: il simulatore di sicurezza


Immaginate uno strumento che, ricreando molte delle sensazioni di guida trasmesse da una moto o da uno scooter, renda possibile migliorare la propria coordinazione alla guida, azionando l’acceleratore e/o le diverse leve di freno, cambio e frizione, oltre a trasmettere la corretta percezione dei rischi che si incontrano quando si guida nel caos cittadino od in montagna. E tutto questo nella più assoluta sicurezza, con i piedi ben piantati per terra !
Questo è realtà grazie al Riding Trainer, un vero e proprio “allenatore all’uso delle due ruote”. Rappresenta infatti un efficace mezzo formativo per l’educazione stradale dei ragazzi e dei principianti a due ruote di ogni età, grazie alla propria semplicità, agli interessanti contenuti ed alla realistica grafica computerizzata. E’ stato peraltro inserito come strumento didattico nella Carta Europea per la Sicurezza Stradale, siglata da Honda per ridurre di 25.000 unità le vittime di incidenti stradali in Europa entro il 2010.
Formato da un vero telaio con sella da moto ed uno schermo piatto da 19”(incluso), il Riding Trainer è abbinato ad un computer dedicato HP. Il video permette inoltre di proiettare le immagini dell’esercizio in fase di svolgimento anche su uno schermo esterno.
Il software del simulatore sfrutta i risultati della ricerca MAIDS, uno studio commissionato dall’ACEM (Ass. Costruttori Europea) e coordinato da cinque università continentali (Pavia - Italia), che ha analizzato circa 1000 incidenti in cui sono stati coinvolti dei motoveicoli: portiere d’auto che si aprono improvvisamente, vetture che sorpassano contromano, pedoni distratti etc… Tutti scenari inseriti nel Riding Trainer, per far sviluppare la miglior guida difensiva ed evitare ogni pericolo.
E’ possibile scegliere fra veicoli di varia cilindrata, cambio manuale (moto) od automatico (scooter), da guidare in percorsi diversi (città, periferia, montagna, lungomare, autostrada), di giorno, di sera o con la nebbia! Non mancano effetti sonori realistici come il salire di giri della moto, il bloccaggio delle ruote in frenata, il cavalletto laterale che sfrega sull’asfalto nelle pieghe più accentuate…Al termine dell’esercizio, si può inoltre rivedere il proprio percorso e gli eventuali errori, con tanto di pagella e giudizio finale (che si può anche stampare, se necessario).

martedì 20 febbraio 2007

Le TECNOLOGIE nella vita quotidiana

Alessandra Gonzales ci parla del libro di Francesca Alby "Le TECNOLOGIE della vita quotidiana"

Strumenti e tecnologie ci supportano nelle nostre attività quotidiane. Ma cosa li rende capaci di influenzare così profondamente la nostra vita di ogni giorno così come l'evoluzione della storia umana? E perché sono un tema interessante sia per la ricerca psicologica sia per quella ergonomica?

Nel rispondere a queste domande il libro analizza il lavoro di mediazione psicologico-sociale svolto dagli artefatti tecnologici, inquadrandolo all'interno di una cornice teorica storico-culturale e fornendo indicazioni empiriche per lo studio e la progettazione delle tecnologie della vita quotidiana.(dalla quarta di copertina)

MASTER ON-LINE in Psicologia e Marketing del Turismo

Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione 2007 del Master on-line in Psicologia e Marketing del Turismo, un corso altamente innovativo e professionalizzante che il Centro Europeo di Formazione Superiore Ulisse, con sede a Firenze, propone su tutto il territorio italiano, e anche per italiani residenti all'estero tramite strumenti infotelematici (internet) che permettono di seguire il corso a distanza e nel tempo libero.

Le prime due edizioni del Master sono positivamente terminate nel corso del 2006, con un successo inaspettato.E' facile da immaginare grazie alle possibita' di seguire le lezioni a distanza con docente on line e con l'uso delle moderne tecnologie infotelematiche, sia possibile seguire i corsi anche per quelle persone con impegni di lavoro o di famiglia.

Il Master infatti può essere seguito interamente a distanza via Internet (e-learning) in aula virtuale e con podcasting e indirizzato a persone con impegni di lavoro o familiari e che desiderano studiare senza impegni e vincoli di orario o frequenza in aula.L'obiettivo del Master - ci spiega il direttore dei corsi - è centrato sulle strategie di comunicazione, psicologia e sociologia e marketing rivolti al PRODOTTO e ai SERVIZI TURISTICI.

Particolarmente indicato per tutti coloro che operano nel settore turistico, liberi professionisti, titolari di agenzie, ecc. oppure persone che intendano diventare professoinisti di questa innovativa diciplina e che intendano prepararsi per un lavoro promettente e innovativo nel settore, con un occhio di riguardo per le nuove tecnologie info-telematiche e applicazioni dalla scienza della psicologia.