sabato 24 marzo 2007

ROBOT CON IL BATTICUORE


L'Europa ha lanciato un progetto per produrre umanoidi in grado di provare emozioni. Entro il 2010 i primi esemplari.

L'idea dei ricercatori europei consiste nel concepire e produrre dei robot capaci non solo di interagire con gli esseri umani, ma anche di sviluppare e sentire emozioni mediante gli scambi relazionali con il proprietario.

I robot avranno così a loro disposizione videocamere per registrare le immagini e sensori per captare, ad esempio sulla base di alcuni parametri sensibili come il calore, il tatto e la distanza, i segnali non verbali per individuare e conoscere lo stato emozionale della persona. Questo equipaggiamento non permetterà certo ai robot di essere perfetti replicanti, non proveranno, vale a dire, le stesse identiche emozioni degli esseri umani, ma più semplicemente di dare l'impressione che lo siano, reagendo al loro comportamento.

Uno dei principali obiettivi sarà quello di fornire un nuovo "amico su sistema binario" in grado di intrattenere, fare compagnia, curare, dando al paziente un concreto appoggio terapeutico.

Secondo i responsabili del progetto per raggiungere questo livello di sviluppo i robot devono possedere sensibili doti di adattamento e spiccate capacità di potenziare le loro abilità apprendendo dal contatto con le persone. Per questo motivo lo sviluppo del progetto è realizzato in stretta collaborazione con esperti nei campi della psicologia comparata, del comportamento, della scienza delle immagini, della robotica.

Un altro aspetto strategico su cui intervenire è individuare i fattori che aiutino a cambiare l'atteggiamento generale delle persone, anche se, apparentemente, sembrerebbe piuttosto un problema generazionale.

Il progetto Feeling Growing, che possiede un fondo di 2,5 milioni di euro, è finanziato dall'area tematica del sesto programma quadro dal nome Tecnologia della società e dell'informazione. Un progetto, però, di ampio respiro che coinvolge scienziati sia americani dell'istituto tecnologico del Massachussett sia giapponesi del laboratorio di ricerca in comunicazione.

Nessun commento: