sabato 31 marzo 2007

WEB E NUOVI MEDIA CAMBIERANNO VOLTO ALL' ADVERTISING


Per cercare di comprendere meglio il rapporto "pubblicità-new media" è stato effettuato uno studio dalla International Advertising Asocciation (Italian Charter), una realtà globale che riunisce singoli professionisti ed imprese operanti nel marketing e nella comunicazione, in collaborazione con la società di ricerche italiana Nextplora che ha esaminato un campione di 420 persone rappresentative della popolazione Internet mondiale, fra lo scorso dicembre e la fine di febbraio 2007.
Cambia il «media mix» degli investimenti La ricerca, che ha cercato di capire in definitiva le nuove tendenze che portano alle scelte di investimento sui diversi canali di comunicazione e perché l'utilizzo di nuove tecnologie di advertising richieda competenze specifiche, ha detto in assoluto che Internet, Web advertising, motori di ricerca e new media in genere sono i fenomeni che più di ogni altro sono percepiti come reali innovazioni dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori consultati. Una seconda macro tendenza in atto riguarda quindi l'impatto a venire esercitato dalle campagne pubblicitarie e di marketing promosse con strumenti digitali e online sul cosiddetto "media mix", che verrà sensibilmente ribilanciato; nei prossimi cinque anni, afferma lo studio, gli investimenti in advertising sui nuovi canali di interazione con il pubblico (Web Tv, Mobile Tv e anche i siti di social networking fra questi) cresceranno infatti molto più di quelli veicolati tramite quelli tradizionali, dando per assodato che i consumatori accetteranno di ricevere gli spot su telefonini e programmi pay per view. La Tv, in ogni caso, seppur perdendo qualche colpo rimarrà nel medio periodo (entro il 2012) il mezzo che assorbirà la percentuale più alta (circa un terzo) della spesa in advertsing globale, seguito dalla carta stampata (che oscillerà intorno al 25%); i new media e Internet, però, raddoppieranno o quasi in cinque anni le rispettive quote per arrivare a coprire in modo equo oltre il 20% del gettito pubblicitario. E questo sarebbe, se dovesse effettivamente materializzarsi, un cambiamento epocale per questa industry.
La killer application per la pubblicità di domani? La Tv a pagamento Il messaggio che partorisce dallo studio promosso dalla Iaa è quindi in sostanza il seguente: i nuovi media sono sin d'oggi universalmente riconosciuti come il principale canale in cui far convergere gli investimenti pubblicitari e lo studio ha quindi individuato alcune tendenze che andranno a caratterizzarne la sempre più vasta diffusione. Circa due terzi degli intervistati, per esempio, ritengono che l'advertising veicolato attraverso i servizi di IpTv (la Tv via Internet) e i telefoni cellulari si aggiungerà a quello tradizionale sulla Tv (e non ne sarà un'alternativa) e sono al tempo stesso dell'idea che i network televisivi perderanno, nei prossimi tre anni, audience e introiti pubblicitari. La stessa entità del campione è inoltre convinta che i consumatori daranno via libera all'invio di messaggi pubblicitari via Sms e Mms sui propri terminali mobili in cambio dell'accesso gratuito a video, musica e informazioni in formato digitale. Le «killer application» della nuova era dell'advertsing «one to one» sembrano possano essere la Tv on demand e quella in Pay per View, i media che più degli altri, entro il 2010, avranno l'impatto maggiore non solo sul volume d'affari globale della spesa pubblicitaria ma anche sui livelli di audience e sulle preferenze degli utenti. La Mobile Tv, invece, è per il campione il media che potrà sviluppare i maggiori benefici in termini di fatturato.La disponibilità di nuove tecnologie e di nuovi modelli di creazione/distribuzione delle campagne si porta però dietro, e questo è l'ultima considerazione emersa dallo studio, la necessità di figure professionali (media planner in testa) con forti competenze in materia di new media. Ed ecco quindi che molte delle più importanti aziende di questo settore sono più che pronte ad aprire il portafoglio per investire in mirati programmi di formazione ed education dei propri dipendenti.



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