mercoledì 14 febbraio 2007

SCUOLA: cresce il disagio e crolla l'autorevolezza dei docenti. SONO BULLI DI CLASSE.


I filmati finiti su Internet sono solo la punta dell'iceberg.
Il ministro Fioroni sorride rassicurante, mostrando la maglietta che invita a "smontare il bullo". Quest’anno scolastico passerà alla storia per l’alto numero di casi di bullismo in classe finiti sotto i riflettori dei "media".
Un’emergenza che ha indotto il ministro della Pubblica istruzione ad annunciare una campagna antibullismo con tanto di "spot" televisivi e numero verde (800.66.96.96). Ma il malessere della scuola non sta solo nel bullismo, inteso come "bravata" da ragazzini pronta a degenerare nella violenza e a trasformare gli studenti in teppisti da strada. Vi è un disagio più generale, in cui si scontrano insofferenza per le regole, da parte dei ragazzi, e mancanza d’autorevolezza da parte dei docenti.

La verità è che gli insegnanti non hanno strumenti sanzionatori per scoraggiare i prepotenti, mentre i nuovi dirigenti, che hanno sostituito la vecchia figura del preside, il più delle volte stanno dalla parte dei ragazzi e delle famiglie.
Oggi il dirigente è un manager carico di responsabilità amministrative che non ha più tempo per queste cose, anche perché gli istituti scolastici si sono ingranditi, spesso sono istituti comprensivi distribuiti su più edifici.
Sembra che non siano stressati solo gli insegnanti, ma anche i ragazzi. Se non sono violenti o indisciplinati, spesso sono assaliti dall’ansia da scuola. I ragazzi di oggi vivono in un clima ovattato, non sono più abituati a un impegno serio, come richiede un liceo, e al rispetto delle regole, il problema vero sono le famiglie, tutt’altro che collaborative. I genitori stanno sempre dalla parte dei loro figli: li difendono anche quando sono indifendibili, ed è aumentata moltissimo la loro aggressività. Pretendono di scegliere la sezione, se un ragazzo va male con un insegnante o non si trova bene vengono a chiedermi di cacciarlo. Bocci un ragazzo con cinque debiti e la famiglia ricorre al Tar.
La ricetta per un clima positivo tra le pareti scolastiche? Pazienza e ascolto. Non è semplice parlare di disagio, perché molto spesso esso non nasce tra le pareti scolastiche. I ragazzi stessi sono portatori di disagio, inoltre oggi la realtà scolastica è cambiata, anche per l’inserimento di alte percentuali di alunni stranieri. Forse il vecchio modello di insegnante e alunno non regge più. I problemi di comunicazione sono cresciuti e diventa sempre più importante la figura del dirigente, non sempre preparato a reggere tanti problemi».