giovedì 8 febbraio 2007

Comunicazione e New Media.




Ogni anno a Udine lo stato dell'arte sul giornalismo e la comunicazione multimediale

La “comunicazione multimediale” diventa un appuntamento fisso.
Il giornalismo tradizionale si è messo alla prova con il giornalismo on-line.
E’ stata l’occasione per rendere ufficiale il gruppo del Gsa del Friuli Venezia Giulia e coloro che hanno organizzato l’evento - i giornalisti specializzati Paolo Zucconi, presidente Gsa friulgiuliano; Irene Giurovich, Carolina Laperchia, Carlo T. Parmegiani - , ma anche per lanciare la proposta di un seminario intensivo su come comunicare on line che verrà reso pubblico nelle prossime settimane e si terrà prima dell’estate a Udine. La lezione veicolata durante il convegno è risuonata come un appello: non boicottate la Rete. Il ‘vizio’ del giornalismo tradizionale è quello di voler a tutti i costi fare finta che le potenzialità online non significassero nulla. E invece è ora di cambiare mentalità e svecchiarsi: le notizie hanno una diffusione che nessun giornale cartaceo potrebbe permettersi e gli stessi autori possono aspirare a una maggiore notorietà.
Nella Rete il giornalista si ‘reinventa’: pensiamo ai video: con i video sul web il giornalista deve indossare i panni del videoreporter, ha analizzato Michele Ficara Manganelli, presidente Assodigitale (associazione italiana operatori media digitali). Il ‘fatto’ considerato nella Rete assume contorni diversi rispetto al ‘fatto’ tradizionalmente inteso: i bloggers, ad esempio, condizionano non poco la percezione delle news. Nei blog si naviga per scoprire e annusare retroscena o gossip curiosi. La rivoluzione passa con quei 30 milioni di italiani – ha ricordato Manganelli – che possono abitualmente accedere alla Rete grazie alla banda larga. E di blogsfere, passando di link in link, ha parlato Roberto Zarriello, direttore editoriale di Radio Alzo Zero il cui intervento ha approfondito gli aspetti wiki, associati ai blog, che incentivano la nascita di community e i commenti dei lettori. La Rete deve rimanere – secondo Zarriello – assolutamente libera, nel senso che si tratta di un mercato che si autoregolamenta e in cui gli errori hanno tempo di sopravvivenza cinque minuti. L’online non significa però buttare a mare il modo classico di fare ed essere giornalista, tanto che lo stesso Luca Lorenzetti, presidente Anso (associazione nazionale stampa online) ha cercato di mettere in luce gli aspetti di sinergia fra l’informazione tradizionale e le nuove tecnologie, visto che il risultato si compone di nuovi palinsesti arricchiti di web radio, podcast e web tv. Si crea così un messaggio alla McLuhan: il medium è il messaggio, richiamava alla memoria Luca Oliverio, responsabile progetto Comunitazione.it Dall’integrazione nasce un nuovo media o si tratta piuttosto dello stesso media? Lezioni per oggi ma anche lezioni per domani, passando attraverso il coraggio di tentare: il modello è quello messo in pratica dal direttore editore e fondatore di Affari Italiani, il primo quotidiano online, Angelo Perrino che ha spiegato in che modo il suo quotidiano sia riuscito a ritagliare spazi e a sfidare i giganti dell’editoria. Il futuro è Internet. La gavetta si farà sempre più online. E, per certi versi, il giornalista online si candida a poter vantare maggiori competenze rispetto al collega della carta stampata. Perrino non ha sottaciuto come gli stessi giornali cartacei riprendano il ‘suo’ Affari Italiani. Una contaminazione istruttiva. Eppure, sull’online resistono pesanti pregiudizi, come ha testimoniato l’esperienza di Fabio Folisi, direttore FriuliNews.it, attraverso il racconto della fondazione di GiornaleItaliaNordest prima e di Friuli News poi: nonostante abbia sollevato nodi di rilievo, come quello delle certificazioni delle notizie e della loro attendibilità, Folisi ha criticato apertamente la demonizzazione della Rete e le campagne finalizzate a dimostrare una presunta non affidabilità delle notizie veicolate in Internet. A questo punto non poteva mancare l’esperto legale, l’avvocato udinese David D’Agostini, che ha delineato i nuovi interrogativi giuridici applicati al campo new media: dalla responsabilità di operatori e utenti, al trattamento dei dati personali, dal diritto d’autore sui beni multimediali alle rilevanze penali. Dal diritto alla psicologia: perchè in Internet ci si ammala e da Internet si possono contrarre virus. Non telematici, bensì mentali.
Infine, mentre il docente Francesco Pira, esperto di comunicazione giornalistica, ha lanciato l’idea di creare un Osservatorio sulle testate telematiche, Massimiliano Fanni Canelles, medico e direttore della rivista SocialNews.it, organo di divulgazione del Ministero della Giustizia, si è soffermato sul network computer e sui nuovi supporti informatici. In videoconferenza hanno portato un contributo anche Emiliano Tosi, consigliere e responsabile del settore informatico Gsa, e Simona Petaccia, presidente Gsa per il Centro Italia. Le conclusioni, infine, sono state affidate al presidente nazionale Gsa, Roberto Bonin che ha distribuito l’attestato di socio onorario ai relatori che non erano membri del Gsa. L’appello è quello di non rifiutare la Rete, anche perchè da giornalisti blogger in gamba si possono anche guadagnare bei soldi.

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