giovedì 15 febbraio 2007

Dagli inventori di Skype, la tv «peer to peer»


La rivoluzione annunciata nei mesi scorsi ora è realtà: è online la versione beta della «tv peer-to-peer» messa a punto dai geniali fondatori di Skype.


Interattiva e gratuita, permette di vedere centinaia di programmi tv al pc con la stessa qualità d'immagine del televisore perché trasmette utilizzando anche la banda dei navigatori. Eccola l'evoluzione dei sistemi tipo Napster: chi si collega invece di condividere file audio o video come nei sistemi correnti di condivisione online mette a disposizione il proprio «spazio» di connessione. I contenuti invece arrivano da network come Mtv, già presente con alcuni suoi programmi nella versione di prova disponibile online.


GLI IDEATORI - Annunciato come «The Venice project» (Progetto Venezia), il nuovo servizio è diventato «Joost», si legge nell'homepage del sito da cui si accede alla versione beta. Gli inventori: Janus Friis e Niklas Zennstrom stanno dietro a due delle trovate più note e rivoluzionarie del Web: la prima è Kazaa, il popolare software di file sharing salito alla ribalta dopo la chiusura di Napster, e poi naufragato per le denunce di violazione di copyright dell'industria discografica e di Hollywood; la seconda è Skype, il programmino che ha diffuso nel mondo la comunicazione VoIP, attraverso cui oggi milioni di utenti possono telefonare gratis via Internet.


ANTIPIRATERIAE SPOT- però la concorrenza è già agguerrita: i contenuti video, con la diffusione della banda larga, sono infatti diventati il nuovo business di Internet e attirano tutti: dalle start up (YouTube e BitTorrent) ai colossi dei media (Murdoch). E la formula vincente è duplice: da un lato quella di mantenere la qualità di immagine della tv e la sua facilità d'uso, migliorando però altri aspetti: più offerta, più interattività (i singoli spettatori potranno intervenire direttamente sui programmi, modificarli, interagire con gli autori), meno pubblicità (gli spot saranno «più brevi e meno frequenti»). Dall'altro lato, «Joost» punta non solo su contenuti amatoriali come fa YouTube.
Alessandra Muglia

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