domenica 18 febbraio 2007

La "TELEFONINO DIPENDENZA": una sindrome dilagante! (3)

IL PARERE DELL’ESPERTO
A tracciare alla ADN KRONOS SALUTE l’identikit di chi non può fare a meno di sentire lo squillo in borsa o nel taschino, e di digitare vorticosamente sms a ogni ora, è lo psicologo Cesare Guerreschi, fondatore e presidente della Società italiana di intervento sulle patologie compulsive (Siipac). Per inquadrare il problema nella Penisola basta un dato: nel nostro Paese sono censiti 62 milioni di cellulari, più di uno a testa, sottolinea l’esperto. L’Italia - ricorda - è tra le nazioni prime in classifica per numero di telefonini e loro impiego. E la categoria dei cellularo-maniaci nazionali è in costante evoluzione. Al’linterno del 6-6,5% di dipendenti - aggiunge infatti Guerreschi - spunta un 1,1% di esibizionisti del telefonino: per lo più uomini con buone possibilità economiche, che mostrano a tutti il nuovo acquisto come fosse un trofeo e tengono a decantarne menù superaccessoriato, funzioni inedite e prezzo altissimo. Non solo telefonino-dipendenti, dunque, ma anche schiavi dell’ultimo modello: Cambiano cellulare ogni sei mesi al massimo - dice lo specialista - Sono iper-attenti a colore, design e costo, e comprano soltanto primizie e ultime novità.
Affezionati al cellulare come al migliore amico sono anche i ragazzini, avverte Guerreschi. Da una indagine condotta dalla Siipac sugli alunni delle scuole di Roma - riferisce infatti lo psicologo - risulta che il 96% dei 13-17enni possiede un cellulare, che nell80% dei casi il telefonino è un regalo dei genitori e che già a questa età il 6,5% dei giovani ha sviluppato un rapporto malato con l’apparecchio. Si fidanzano, si parlano e si lasciano via sms, e descrivono il cellulare come qualcosa che li fa sentire liberi, indipendenti e sicuri in qualunque momento, il giorno e la notte.
E per gli adulti? Un tempo vissuto come status symbol, oggi il telefonino è qualcosa di diverso. Non lo si usa tanto per necessità o per gestire gli impegni di lavoro - evidenzia ‘lesperto - La valenza del cellulare è per lo più affettivo-relazionale: da mezzo di comunicazione diventa oggetto sostitutivo della realtà, unico rapporto con il mondo, indispensabile filtro tra chi lo usa e gli altri. E quando si sfocia nella dipendenza patologica, nella compulsione conclamata, il rischio è il totale isolamento sociale, avverte lo specialista. Se l’alienato di un tempo si sentiva nudo senza orologio, il malato di cellularo-mania non vive senza telefonino. Non lo abbandona mai, lo utilizza sempre e con tutti. E se per caso prende coscienza del problema e prova a privarsi della sua droga, in agguato c’è la sindrome d’astinenza: apatia, perdita di appetito, calo della libido e addirittura, come riporta qualcuno, anche tendenze suicidarie, elenca Guerreschi.

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