venerdì 23 febbraio 2007

L’«AFFECTIVE COMPUTING» PER IMPARARE A COMUNICARE


Debutta MySelf, piattaforma e-learning per insegnare a riconoscere le emozioni e a gestire le relazioni.

Formare il personale di aziende bancarie e strutture sanitarie nella gestione della comunicazione e delle proprie emozioni nelle relazioni interpersonali, anche a contatto con individui di altre culture. Questo è stato l’obiettivo di MySelf, (Multimodal e-learning system based on simulations, role playing, automatic coaching and voice recognition interaction for affective profiling), progetto Craft (Co-operative Research Action for Technology Projects) sull’e-learning.

Elemento cardine, nel progetto, è stato il tema dell’affective computing che consiste in forme di utilizzo della tecnologia in grado di relazionarsi, ma anche di modificare o influenzare le relazioni. Nell’e-learning l’affective computing può consentire di interpretare i segnali comportamentali dei partecipanti, supportando la formazione in modo personalizzato ed efficace. Hanno caratterizzato il progetto l’apprendimento collaborativo, i giochi di ruolo, un tutor virtuale, Linda (acronimo di Learning Intelligent Dynamic Agent), accanto a un tutor umano, una metodologia cognitiva e il riconoscimento vocale.

Alcuni degli aspetti innovativi del percorso in e-learning sono: esprimere emozioni tramite il tutor virtuale che presenta le attività e guida il partecipante attraverso le prove, riconoscere gli stati emotivi del discente dal tono di voce da lui usato.Di fronte a una particolare situazione (come l’approccio con un cliente polemico in ambito bancario, o il dialogo con una paziente extracomunitaria intenzionata a interrompere una gravidanza nella versione per i medici) il discente doveva scegliere le risposte più adeguate dal punto di vista della comunicazione ed della sfera emotiva, per apprendere i comportamenti più appropriati alle situazioni reali.

L’intenzione è di continuare nelle attività di ricerca per perfezionare sempre più la soluzione utilizzata, anche in vista della sua commercializzazione. L’obiettivo è di rendere disponibile percorsi didattici adatti a formare anche quanti svolgono lavori di relazione in settori diversi da quello bancario o sanitario.

QUANDO NON SI PUO’ FARE A MENO DEL WEB


Passare ore ed ore davanti allo schermo di un computer, talvolta dimenticandosi di mangiare e anche di dormire; creare relazioni e amicizie solo attraverso la Rete; non sentirsi a proprio agio nei contatti faccia a faccia; Preferire una partita a scacchi o a poker on-line piuttosto che affaticarsi nelle corrispettive versioni “reali” di questi passatempi…le piccole e grandi manie del popolo di Internet.

I più fatalisti hanno lanciato subito l’allarme: Internet fa male!!! Influisce sulla psicologia dei propri utenti fino a distruggere la capacità di relazionarsi normalmente con persone in carne ed ossa!!! La realtà virtuale crea un mondo parallelo in cui l’internauta si rifugia, sfuggendo ai problemi della vita reale. E questi effetti sono dannosi, soprattutto se davanti allo schermo c’è un bambino o un adolescente, senza il controllo dei genitori.

Gli allarmisti non sono tutti pazzi visionari. Alcuni riscontri scientifici, in effetti, ci sono: Matthias Jerusalem, professore del dipartimento di Psicologia mentale e pedagogica dell’Università di Humboldt a Berlino, è uno dei massimi studiosi europei di Internet Addiction Disorder, sindrome da dipendenza dalla Rete.

Ma cosa si intende per dipendenza? Reazioni di insoddisfazione o ansia in assenza di un collegamento a internet, incapacità di disconnettersi, sesso elettronico e voyeurismo. Un rapporto distruttivo e deleterio quello che i rete-dipendenti hanno con Internet.


La soluzione a questa malattia di ultima generazione? Ancora non c’è. Ma rivolgersi a un’assistenza psicologica è un buon inizio.

I “drogati da Web” sono principalmente gli americani: il 12,5 per cento degli internauti ammette di avere una dipendenza morbosa dalla Rete, alla stregua di tabagismi o tossicodipendenti. Un giorno senza internet, infatti, per loro è una sofferenza. Di questi, il 9 per cento si vergogna di ammettere la propria net-dipendenza e vorrebbe smettere. Già perché l’attaccamento maniacale al computer in alcuni casi ha minato i rapporti degli utenti con le persone care.

Come uscire dal tunnel di questa dipendenza? Il percorso di guarigione e riavvicinamento progressivo alla realtà è tortuoso. Esistono gruppi di assistenza… Paradossalmente, anche sul web. Alcuni siti, come l’agenzia di stampa netdipendenza.it trattano il tema in modo completo e sfaccettato e offrono uno sportello di psico-assistenza on-line.

giovedì 22 febbraio 2007

ARRIVA LA CENA VIRTUALE PER NON ESSERE SOLI!



Oramai la tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana. Ci accompagna dappertutto, al lavoro e nel tempo libero, dall’ascolto di una canzone, allo spettacolo di un film. Ora la scienza prova ad aiutarci anche su un fattore determinante della nostra psicologia quotidiana: la solitudine, soprattutto vissuta a tavola. E’ stata, infatti, sviluppata una nuova tecnologia proprio per tutte quelle persone che sono costrette a vivere lontano dai propri cari, e per tutti coloro che, mentre pranzano, si sentono terribilmente tristi proprio perché privi di compagnia.

Nel giro di un paio d’anni, sarà dunque possibile vivere le cosiddette “cene familiari virtuali” scrive il tabloid inglese Daily Telegraph, realizzate grazie ad appositi schermi interattivi, posizionati in sala da pranzo, che consentiranno di “riunirsi” alla propria famiglia, condividendo in tempo reale il momento del pasto.

La società americana Accenture ha deciso di sfruttare la diffusione delle connessioni broadband per consentire a chiunque di avere l’illusione virtuale di un pranzo in famiglia. Basterà dotarsi di un apposito programma che proietterà l’immagine della persona con cui si è scelto di stare in compagnia direttamente sulla parete di casa. Secondo quando sottolineato da Dadong Wan, ricercatore dei laboratori dell’azienda statunitense, con questa nuova tecnologia si potrà “ripristinare quel tipo d’interazione familiare che un tempo era scontata”.

PARIGI. “L’IDIOTA DIGITALE” di TJUNA NOTARBARTOLO.


Il saggio “L’idiota digitale” ha un impianto intellettuale e rimanda a considerazioni e riflessioni che vanno dal filosofico al sociologico, dalla psicologia ai vari temi delle scienze della comunicazione. Si tratta di un breve saggio su un argomento di grande contemporaneità nel campo delle comunicazioni, una riflessione sull’ultimo medium: la televisione digitale terrestre.

Tjuna Notarbartolo, giornalista, critico letterario, dirige il Premio Letterario Elsa Morante, esperta di mass-media, laureata in scienze della comunicazione, elabora un nuovo modello di produzione comunicativa e culturale.
Il suo saggio vuole essere uno studio scientifico-filosofico, che prende le mosse dagli approcci ai mass-media di Marshall McLuhan, e ripercorre le linee guida del guru delle scienze della comunicazione ed applicandole, prospetticamente, a quel “medium” che non ha potuto conoscere, ma che, in qualche modo, immaginava già.

Un libro, al tempo stesso scientifico e divulgativo, per appassionati, studiosi o semplici curiosi, con riflessioni ed approfondimenti che spaziano dalla psicologia alla sociologia, alla comunicazione politica, oltre che, naturalmente, dalla storia dei mass-media alle scienze della comunicazione.
E’ un saggio ingegnoso, sdrammatizzato da un’ironia che comincia sin dal titolo…da leggere, per approfondire.

mercoledì 21 febbraio 2007

I VIDEOGAME OFFRONO ABILITÀ SPECIALI AI CHIRURGHI


Uno studio rivela: aver giocato per almeno tre ore alla settimana ai vituperati videogiochi permette ai medici-chirurghi di essere più abili, più pronti e più capaci nell'operare sulle persone!
Vengono ritirati dal mercato e messi sulla graticola per presunta incitazione dei giovani alle sparatorie di massa ma non mancano gli studi, più o meno approfonditi, che parlano dei videogame come strumenti per affinare i sensi e la percezione.
E ora si scopre addirittura che, proprio grazie al tempo dedicato al divertimento interattivo, i chirurghi otterrebbero risultati migliori nella sala operatoria.
La segnalazione arriva da Archives of Surgery, magazine che nel numero di febbraio pubblica uno studio secondo cui esiste una forte correlazione tra le abilità da videogiocatore e la capacità di un chirurgo di eseguire un'operazione in laparoscopia, operando senza incidere il corpo del paziente, guidato da un monitor che trasmette le immagini della piccola sonda inserita nella zona interessata.
Secondo lo studio, giocare ai videogame ha permesso ai medici presi in esame di ottenere punteggi superiori nei test sulle loro capacità di operare, con una correlazione addirittura più evidente di un lungo periodo di pratica o della precedente esperienza in questo genere di operazioni.Interessati alla ricerca, 33 medici-chirurghi del Beth Israel Medical Center di New York: 9 di questi, che avevano in precedenza dedicato almeno 3 ore a settimana al videogaming, hanno fatto il 37% in meno di errori, operato il 27% più velocemente e totalizzato un punteggio del 42% superiore nei test delle abilità chirurgiche rispetto ai collegi non videogiocatori.
Douglas Gentile, professore di psicologia della Iowa State University e co-autore dello studio, dichiara: "È stato sorprendente scoprire che aver giocato ai videogame commerciali preannunciasse l'acquisizione di abilità chirurgiche avanzate". E aggiunge "Lo studio è una ulteriore conferma delle precedenti ricerche sulle proprietà taumaturgiche dei giochini elettronici di migliorare abilità automobilistiche, coordinazione occhio-mano, attenzione visiva, percezione della profondità e competenza con i computer".
Ma Gentile avverte che "i genitori non dovrebbero leggere nello studio un beneficio se i propri figli giocano ai videogame per più di un'ora al giorno. Passare tanto tempo davanti al video non può in alcun modo aumentare le possibilità dei ragazzi di entrare in un istituto di medicina".

Honda Riding Trainer: il simulatore di sicurezza


Immaginate uno strumento che, ricreando molte delle sensazioni di guida trasmesse da una moto o da uno scooter, renda possibile migliorare la propria coordinazione alla guida, azionando l’acceleratore e/o le diverse leve di freno, cambio e frizione, oltre a trasmettere la corretta percezione dei rischi che si incontrano quando si guida nel caos cittadino od in montagna. E tutto questo nella più assoluta sicurezza, con i piedi ben piantati per terra !
Questo è realtà grazie al Riding Trainer, un vero e proprio “allenatore all’uso delle due ruote”. Rappresenta infatti un efficace mezzo formativo per l’educazione stradale dei ragazzi e dei principianti a due ruote di ogni età, grazie alla propria semplicità, agli interessanti contenuti ed alla realistica grafica computerizzata. E’ stato peraltro inserito come strumento didattico nella Carta Europea per la Sicurezza Stradale, siglata da Honda per ridurre di 25.000 unità le vittime di incidenti stradali in Europa entro il 2010.
Formato da un vero telaio con sella da moto ed uno schermo piatto da 19”(incluso), il Riding Trainer è abbinato ad un computer dedicato HP. Il video permette inoltre di proiettare le immagini dell’esercizio in fase di svolgimento anche su uno schermo esterno.
Il software del simulatore sfrutta i risultati della ricerca MAIDS, uno studio commissionato dall’ACEM (Ass. Costruttori Europea) e coordinato da cinque università continentali (Pavia - Italia), che ha analizzato circa 1000 incidenti in cui sono stati coinvolti dei motoveicoli: portiere d’auto che si aprono improvvisamente, vetture che sorpassano contromano, pedoni distratti etc… Tutti scenari inseriti nel Riding Trainer, per far sviluppare la miglior guida difensiva ed evitare ogni pericolo.
E’ possibile scegliere fra veicoli di varia cilindrata, cambio manuale (moto) od automatico (scooter), da guidare in percorsi diversi (città, periferia, montagna, lungomare, autostrada), di giorno, di sera o con la nebbia! Non mancano effetti sonori realistici come il salire di giri della moto, il bloccaggio delle ruote in frenata, il cavalletto laterale che sfrega sull’asfalto nelle pieghe più accentuate…Al termine dell’esercizio, si può inoltre rivedere il proprio percorso e gli eventuali errori, con tanto di pagella e giudizio finale (che si può anche stampare, se necessario).

martedì 20 febbraio 2007

Le TECNOLOGIE nella vita quotidiana

Alessandra Gonzales ci parla del libro di Francesca Alby "Le TECNOLOGIE della vita quotidiana"

Strumenti e tecnologie ci supportano nelle nostre attività quotidiane. Ma cosa li rende capaci di influenzare così profondamente la nostra vita di ogni giorno così come l'evoluzione della storia umana? E perché sono un tema interessante sia per la ricerca psicologica sia per quella ergonomica?

Nel rispondere a queste domande il libro analizza il lavoro di mediazione psicologico-sociale svolto dagli artefatti tecnologici, inquadrandolo all'interno di una cornice teorica storico-culturale e fornendo indicazioni empiriche per lo studio e la progettazione delle tecnologie della vita quotidiana.(dalla quarta di copertina)

MASTER ON-LINE in Psicologia e Marketing del Turismo

Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione 2007 del Master on-line in Psicologia e Marketing del Turismo, un corso altamente innovativo e professionalizzante che il Centro Europeo di Formazione Superiore Ulisse, con sede a Firenze, propone su tutto il territorio italiano, e anche per italiani residenti all'estero tramite strumenti infotelematici (internet) che permettono di seguire il corso a distanza e nel tempo libero.

Le prime due edizioni del Master sono positivamente terminate nel corso del 2006, con un successo inaspettato.E' facile da immaginare grazie alle possibita' di seguire le lezioni a distanza con docente on line e con l'uso delle moderne tecnologie infotelematiche, sia possibile seguire i corsi anche per quelle persone con impegni di lavoro o di famiglia.

Il Master infatti può essere seguito interamente a distanza via Internet (e-learning) in aula virtuale e con podcasting e indirizzato a persone con impegni di lavoro o familiari e che desiderano studiare senza impegni e vincoli di orario o frequenza in aula.L'obiettivo del Master - ci spiega il direttore dei corsi - è centrato sulle strategie di comunicazione, psicologia e sociologia e marketing rivolti al PRODOTTO e ai SERVIZI TURISTICI.

Particolarmente indicato per tutti coloro che operano nel settore turistico, liberi professionisti, titolari di agenzie, ecc. oppure persone che intendano diventare professoinisti di questa innovativa diciplina e che intendano prepararsi per un lavoro promettente e innovativo nel settore, con un occhio di riguardo per le nuove tecnologie info-telematiche e applicazioni dalla scienza della psicologia.

lunedì 19 febbraio 2007

GOOGLE FINISCE SOTTO ACCUSA

NEW YORK, FEBBRAIO 2007 - I grandi gruppi media contro Google: il primo motore al mondo di ricerche online finisce nel mirino per violazione del copyright. News Corp, Viacom, Sony, Time Warner, Walt Disney ed Nbc accusano Google di aver collaborato con due siti Internet, EasyDownloadCenter.com e DownloadPlace.com, che permettono di scaricare gratuitamente film da Internet. Le grandi societa' sostengono che la compagnia avrebbe venduto annunci pubblicitari ai due siti per oltre 800mila dollari

I BLOG SULLA CARTA: TRA ANTICO E MODERNO


Scrivere sul web e ritrovarsi negli scaffali delle librerie. E' questo il progetto “Scrittomisto" di RGB la prima casa editrice virtuale che pubblica i contenuti della rete, in particolare dei blog.


PERCHE'?
L'idea, nata nel 2006, ha alla base la convinzione che i contenuti in rete siano nuovi e originali ma che, restando solo sul web, per ora raggiungano un numero di lettori limitato.
In internet circolano contenuti innovativi, spesso frutto della creatività e competenza degli utenti:
informazioni, curiosità, video, approfondimenti, fotografie.
I destinatari di ieri sono diventati le fonti di oggi. Ma non sempre è facile orientarsi nel mare magnum del web.



OBIETTIVI DEL PROGETTO
Il progetto “Scrittomisto”, pubblicando contenuti virtuali sulla carta stampata, non vuole tornare al passato. Come afferma Claudia Rossi, “Interpretare la scelta della pubblicazione cartacea come un passo indietro significa non saper guardare al di là del proprio ombelico e non avere lo sguardo d’insieme che invece dimostrano di possedere questi ragazzi. Nella consapevolezza che il futuro è digitale, il lavoro necessario in questo momento e in questo Paese - che è il nostro - è quello di educare al “nuovo” giocando con il vecchio e mescolandolo ad esso per confonderne i confini e smussarne le differenze”.
Con "Scritto misto" i nuovi contenuti circolano anche su vecchi supporti e l'iniziativa si presenta, dunque, come un intento originale e positivo di mettere in contatto il mondo degli old media con quello dei new media.



LA COLLANA DI LIBRI
I primi sei volumi della collana sono usciti in libreria nel giugno 2006. Imminente è la pubblicazione dei tre libri vincitori del primo concorso letterario via web, in cui i blogger hanno pubblicato i propri testi sul web e dal web sono stati votati.
Per tutti i libri viene adottata la licenza Creative Commons: l'autore-blogger mantiene i diritti sui contenuti, non cede i testi ma si limita a permetterne la stampa e la distribuzione.

domenica 18 febbraio 2007

La "TELEFONINO DIPENDENZA": una sindrome dilagante! (4)

COSA NASCONDE LA TELEFONINO DIPENDENZA?
Ma cosa si nasconde sotto la telefonino-dipendenza? Oltre alla tendenza a investire affettivamente sul cellulare, che alla lunga finisce per possedere il suo padrone, risponde lo psicologo, spesso c’è anche un enorme bisogno di tenere sotto controllo qualcuno, seguendolo da lontano e verificandone gli spostamenti. E quello che accade al partner morbosamente geloso, o anche alla madre col figlio.

LA CURA
Il primo passo, quindi, è rendersi conto che esiste un disturbo. Per questo la Siipac, unica in Italia a trattare nello specifico questa nuova dipendenza - precisa Guerreschi - ha messo a punto un test di auto-diagnosi in 10 domande. Quesiti e responsi sono disponibili online, cliccando allindirizzo www.siipac.it, e poi alla voce cellulari addiction. Ma una volta scoperto di essere telefonino-dipendenti, il suggerimento dellesperto è di non fare nulla da soli. La maggior parte degli addicted interrompe bruscamente ogni comunicazione, senza capire che così rischia la sindrome dastinenza. La cura ideale consiste invece in una disintossicazione progressiva sotto la guida di uno specialista. E poiché il più delle volte a questa dipendenza si associa un disagio depressivo - conclude Guerreschi - è fondamentale un approccio integrato che preveda psicoterapia e, nel caso, farmaci ad hoc.


La "TELEFONINO DIPENDENZA": una sindrome dilagante! (3)

IL PARERE DELL’ESPERTO
A tracciare alla ADN KRONOS SALUTE l’identikit di chi non può fare a meno di sentire lo squillo in borsa o nel taschino, e di digitare vorticosamente sms a ogni ora, è lo psicologo Cesare Guerreschi, fondatore e presidente della Società italiana di intervento sulle patologie compulsive (Siipac). Per inquadrare il problema nella Penisola basta un dato: nel nostro Paese sono censiti 62 milioni di cellulari, più di uno a testa, sottolinea l’esperto. L’Italia - ricorda - è tra le nazioni prime in classifica per numero di telefonini e loro impiego. E la categoria dei cellularo-maniaci nazionali è in costante evoluzione. Al’linterno del 6-6,5% di dipendenti - aggiunge infatti Guerreschi - spunta un 1,1% di esibizionisti del telefonino: per lo più uomini con buone possibilità economiche, che mostrano a tutti il nuovo acquisto come fosse un trofeo e tengono a decantarne menù superaccessoriato, funzioni inedite e prezzo altissimo. Non solo telefonino-dipendenti, dunque, ma anche schiavi dell’ultimo modello: Cambiano cellulare ogni sei mesi al massimo - dice lo specialista - Sono iper-attenti a colore, design e costo, e comprano soltanto primizie e ultime novità.
Affezionati al cellulare come al migliore amico sono anche i ragazzini, avverte Guerreschi. Da una indagine condotta dalla Siipac sugli alunni delle scuole di Roma - riferisce infatti lo psicologo - risulta che il 96% dei 13-17enni possiede un cellulare, che nell80% dei casi il telefonino è un regalo dei genitori e che già a questa età il 6,5% dei giovani ha sviluppato un rapporto malato con l’apparecchio. Si fidanzano, si parlano e si lasciano via sms, e descrivono il cellulare come qualcosa che li fa sentire liberi, indipendenti e sicuri in qualunque momento, il giorno e la notte.
E per gli adulti? Un tempo vissuto come status symbol, oggi il telefonino è qualcosa di diverso. Non lo si usa tanto per necessità o per gestire gli impegni di lavoro - evidenzia ‘lesperto - La valenza del cellulare è per lo più affettivo-relazionale: da mezzo di comunicazione diventa oggetto sostitutivo della realtà, unico rapporto con il mondo, indispensabile filtro tra chi lo usa e gli altri. E quando si sfocia nella dipendenza patologica, nella compulsione conclamata, il rischio è il totale isolamento sociale, avverte lo specialista. Se l’alienato di un tempo si sentiva nudo senza orologio, il malato di cellularo-mania non vive senza telefonino. Non lo abbandona mai, lo utilizza sempre e con tutti. E se per caso prende coscienza del problema e prova a privarsi della sua droga, in agguato c’è la sindrome d’astinenza: apatia, perdita di appetito, calo della libido e addirittura, come riporta qualcuno, anche tendenze suicidarie, elenca Guerreschi.

La "TELEFONINO DIPENDENZA": una sindrome dilagante! (2)

PROFILO DEL “TELEFONINO DIPENDENTE
Se dimenticano a casa il cellulare entrano in crisi, con sintomi tipici di una vera e propria sindrome d’astinenza quali tristezza, noia, crisi d’ansia e inappetenza. Con sé hanno sempre la batteria di riserva o la ricari-card di scorta, e non spengono il loro unico ponte con il mondo nemmeno a tavola, di notte o in chiesa. Sono le vittime della telefonino-dipendenza, una nuova sindrome in continua crescita che colpisce in forma patologica fino a 6,5 italiani su 100. Soprattutto donne, 25-35enni e giovanissimi. Non il grande manager, ma lo studente e il lavoratore comune, di ceto medio o medio-basso.

sabato 17 febbraio 2007

La "TELEFONINO DIPENDENZA": una sindrome dilagante! (1)



Lo psicologo Cesare Guerreschi (fondatore della SIIPAC, Società Italianadi Intervento sulle patologie compulsive), lancia un allarme: dai suoi studi, infatti, emerge che 6,5 italiani su 100 sarebbero colpiti in forma patologica da una nuova sindrome, "la telefonino dipendenza"!

Accordo tra "APPLE DI JOBS" e "APPLE di BEATLES"



New York, febbraio 2007- La Apple di Steve Jobs ha trovato un accordo sul marchio con la Apple dei Beatles e potra' disporre del controllo del famoso simbolo della 'mela' sui suoi prodotti, come gli iPod, iTunes e i pc. Si chiude cosi' la controversia legale tra le due note societa'. "Noi amiamo i Beatles - spiega l'amministratore delegato della Apple, Steve Jobs - ed e' stato doloroso doverci contrapporre a loro sul marchio". I rappresentanti della casa discografica britannica sostenevano che il gruppo Usa Apple aveva infranto un accordo del 1991 secondo il quale si sarebbe astenuto dall'usare il marchio Apple, soprattutto nella distribuzione dei suoi prodotti iPod e iTunes. Per risolvere la controversia la Apple di Jobs aveva gia' pagato, a livello extragiudiziale, 26 milioni di dollari ai Beatles.

MY SPACE OFFRIRA' UN PROGRAMMA PER BLOCCARE VIDEO ILLEGALI

New York, 12 febbraio 2007: My Space, sito on line di Social Network di News Corp., ha annunciato che offrirà funzioni gratuite che pemetteranno alle società mediatiche di bloccare il download di video illegali, andando ad aggiungersi ad un programma già esistente per bloccare file musicali non autorizzati
MySpace, uno dei servizi più celebri della Rete, ha ottenuto la licenza per una tecnologia sviluppata dalla californiana Audible Magic, in grado di riconoscere la firma digitale audio in un file video. I filmati le cui tracce audio corrispondono a quelle presenti nell'archivio del software verranno bloccati, secondo quanto riferito dalla società.
Il lettore di impronte digitali dispone di un archivio al quale contribuiscono gli stessi proprietari di contenuti, spiega MySpace. Il download dei video che la società vuole che vengano scaricati non verrà impedito.
"Filtrare i video significa proteggere gli artisti e l'opera che creano", dice Chris DeWolfe, amministratore delegato e co-fondatore di MySpace, in un comunicato.
La notizia giunge una settimana dopo che Viacom ha ordinato la rimozione di oltre 100.000 clip dal servizio di condivisione video YouTube, di Google.Per le società multimediali non è stato facile proteggere i diritti d'autore e allo stesso tempo consentire la proliferazione dei loro programmi nella Rete senza spese di marketing. Alcune delle società partner di Google, tra cui la maggior parte delle etichette discografiche, nutrono ancora la speranza che la società sarà in grado di risolvere la questione

LA RETE COME ARTE (2)

Il libro apre allo scenario dei fenomeni underground che si sono sviluppati in Italia nell´ultimo ventennio, dal movimento punk alla più recente comunità hacker con tutte le attività che ne sono derivate come i netstrike gli Hackmeeting, le Telestreet. Il libro racconta molte delle pratiche di networking e net art di diversi artisti e attivisti, fra cui 0100101110101101.ORG, [epidemiC], Jaromil, Giacomo Verde, Giovanotti Mondani Meccanici, Correnti Magnetiche, Candida TV, Tommaso Tozzi, Federico Bucalossi, Massimo Contrasto, Mariano Equizzi, Pigreca, Molleindustria, Guerriglia Marketing, e molti altri: tutto questo senza perdere di vista riferimenti e collegamenti con le pratiche artistiche che si sono sviluppate all´estero, ma soprattutto gli antecedenti da cui originano le moderne sperimentazioni. Dagli esperimenti con la posta dei futuristi dei primi anni Dieci del Novecento, alle performance Situazioniste e Fluxus, fino allo sviluppo delle BBS (reti telematiche alternative), poi sfociate nella comunità hacker, esperimenti di creazione collettiva si sono infatti susseguiti in un continuum storico senza interruzioni. Questi antecedenti, oramai debitamente considerati come tali dalla critica d´arte, sono trattati nel testo della Bazzichelli con grande ricchezza di dettagli e rimandi storici. Tutto questo in un linguaggio semplice e accattivante. I riferimenti ai siti degli argomenti man mano trattati nel libro sottintendono un invito ad approfondire e sperimentare on-line temi sempre in evoluzione.



Con uno stile semplice e scorrevole in questo libro Tatiana Bazzichelli offre un importante punto di riferimento per gli addetti ai lavori, ma anche una lettura piacevole che riprende fatti attuali. Il lettore può scegliere di acquistarlo in libreria o di scaricarlo gratuitamente da internet; può fruirlo nelle modalità più tradizionali della lettura del testo scritto o può sperimentarlo on-line utilizzando la sitografia messa a disposizione dall´Autrice. E´ questa libertà di scelta che ha fatto del libro della Bazzichelli un prodotto originale da fruire in modo libero e attivo, in perfetta coerenza con la filosofia hacker

LA RETE COME ARTE (1)


Tatiana Bazzichelli (dal 2001 gestisce il progetto AHA: Activism Hacking Artivism) ha scritto un libro "NETWORKING. LA RETE COME ARTE" (Costa & Nola, Milano), uscito a novembre 2006, che rappresenta un primo tentativo di ricostruzione del cosìdetto "networking artistico italiano".
La net art, così come molte forme d´arte che utilizzano le tecnologie come veicolo di creazione artistica, hanno cominciato di recente a ricevere i primi riconoscimenti dal mondo delle istituzioni. L´ Italia comincia ora a formare una discreta letteratura sull´argomento.
Networking. La rete come arte analizza l´uso creativo delle tecnologie (video, computer etc.) con particolare attenzione agli esperimenti artistici italiani dell´ultimo ventennio, da sempre caratterizzati da un preciso orientamento politico-sociale. Questo libro considera tutte quelle pratiche artistiche (quindi non solo la net art) che si sostanziano nella creazione di reti (network) e nella condivisione e libera manipolazione dei contenuti. «Fare network – spiega Tatiana Bazzichelli nell´introduzione - significa creare reti di relazione per la condivisione di esperienze e idee in vista di una comunicazione e di una sperimentazione artistica in cui emittente e destinatario, artista e pubblico, agiscono sullo stesso piano» (p. 17). «E´ il tipo di arte contemporanea più difficile da definire - continua L´Autrice - perché non si basa su oggetti, né unicamente su supporti digitali o analogici, ma sulle relazioni e processi in divenire tra individui. Individui che a loro volta possono creare altri contesti di relazione, oppure dare vita a prodotti creativi, che però hanno importanza se inseriti nell´idea allargata di condivisione» (p. 26).

venerdì 16 febbraio 2007

NASCE IN RETE E SU CARTA LA PRIMA RIVISTA GLOBALE

Tyler Brùle, fondatore nel '96, a Londra, del noto peiodico di successo "Wallpaper", dopo aver venduto la sua creatura a Time si lancia oggi in un nuovo progetto: "Monocle", un giornale globale, stampato su carta ma pubblicato anche in rete, con audio e video, che vuole offrire le "istruzioni per l'uso della vita alla classe degli eletti".



Brûlé ha raccolto 10 milioni di dollari per lanciare Monocle, che ha la base a Londra e uffici a New York, Tokyo e Zurigo. Lo scopo è generare un prodotto svincolato dalla sua collocazione territoriale, che sveli tutte le novità più esclusive del pianeta. Per capire basta guardare ai capi del magazine, che oltre a Tyler sono il britannico Andrew Tuck, proveniente dall’Independent, l’americana Ann Marie Gardner del New York Times, l’australiana Robyn Holt che dirigeva Vogue in Russia e il giapponese Takeharu Sato, responsabile del settore moda. Il giornale, in inglese, avrà cinque sezioni: «Affairs», dedicato alla geopolitica con l’ambizione di influenzare l’agenda dei vecchi media; «Business», cioè l’economia, ma puntata sui fenomeni emergenti; «Culture», liberata dalla schiavitù delle solite celebrità, per rincorrere le nuove tendenze; «Design», interpretato come la scoperta delle mode del futuro; «Edits», veri e propri suggerimenti su come spendere i soldi, dal vino ai massaggi coreani.

Brûlé sostiene che sarà contento solo quando gli ospiti di una cena organizzata da un suo raffinato lettore gli chiederanno stupiti come ha trovato il menu, da dove viene la musica suonata dal suo gadget tecnologico d’avanguardia e perché mai conosce alla perfezione gli sviluppi sociali della California meridionale che presto influenzeranno le abitudini europee.

Monocle sarà il magazine più snob al mondo, per la nuova classe dei professionisti globali che viaggiano in continuazione e vogliono sapere dove cenare ad Hanoi e chi comanda a Lagos. Troveranno tutto ciò nelle pagine patinate della prima rivista internazionale, che uscirà dieci volte l’anno in Europa, America e Asia, ma anche sul sito Internet, dove oltre agli articoli dell’edizione cartacea ci saranno audio, video e documentari girati apposta. Spiega Brûlé: «Vogliamo creare una comunità delle persone più interessate e interessanti al mondo». Insopportabilmente snob? Può darsi ma la curiosità di "salire a bordo"rimane!

ARRIVA LA PRIMA PERSONAL TV

New Economy Monitor/ 1424, 16 febbraio 2007, 3 ITALIA, La Mobile Media Company del gruppo Hutchson Whampoa presenta, in esclusiva per il mercato italiano, 3 POCKET TV, la prima "personal tv" DVB-H, con gestione dei diritti digitali (DRM) e guida elettronica dei programmi (ESG).




La 3 pocket tv, nata dalla collaborazione tra 3 ITALIA e QUANTUM, permetterà ai clienti di vedere i 12 canali digitali mobili DVB-H sull'ampio display da 4,3 pollici, con qualità digitale e brillantezza offerta da 16 milioni di colri a disposizione.
L’intero pacchetto Tv Digitale Mobile, con il meglio di Rai, Mediaset, Sky, i canali autoprodotti La3 Live e La3 Sport, diventa così disponibile con la qualità digitale del DVB-H. Grazie all’innovativa funzione “Time shift”, i clienti 3 potranno “mettere in pausa” la televisione in diretta e allontanarsi senza perdere nemmeno un minuto di programmazione. Il tasto “Time Shift” permette infatti di registrare il programma in diretta, fino ad un massimo di 5 minuti, e riprendere la visione dal punto in cui era stata interrotta. utilizzare la 3 Pocket Tv per ascoltare i file musicali preferiti in qualità stereo digitale, attraverso i due altoparlanti integrati o l’auricolare in dotazione, oppure visualizzare sull’ampio display a colori video e fotografie digitali

La 3 Pocket Tv, con caricabatterie da viaggio e auricolare stereo, sarà disponibile in esclusiva per i clienti 3 Italia dalla primavera 2007. “Il lancio in anteprima mondiale della 3 Pocket Tv conferma la nostra leadership nella fornitura di servizi e prodotti all’avanguardia”, ha affermato Vincenzo Novari, Ad di 3 Italia. “I risultati ottenuti con il lancio della prima Tv Digitale Mobile DVB-H al mondo ci spingono a continuare sulla strada intrapresa”.

giovedì 15 febbraio 2007

Dagli inventori di Skype, la tv «peer to peer»


La rivoluzione annunciata nei mesi scorsi ora è realtà: è online la versione beta della «tv peer-to-peer» messa a punto dai geniali fondatori di Skype.


Interattiva e gratuita, permette di vedere centinaia di programmi tv al pc con la stessa qualità d'immagine del televisore perché trasmette utilizzando anche la banda dei navigatori. Eccola l'evoluzione dei sistemi tipo Napster: chi si collega invece di condividere file audio o video come nei sistemi correnti di condivisione online mette a disposizione il proprio «spazio» di connessione. I contenuti invece arrivano da network come Mtv, già presente con alcuni suoi programmi nella versione di prova disponibile online.


GLI IDEATORI - Annunciato come «The Venice project» (Progetto Venezia), il nuovo servizio è diventato «Joost», si legge nell'homepage del sito da cui si accede alla versione beta. Gli inventori: Janus Friis e Niklas Zennstrom stanno dietro a due delle trovate più note e rivoluzionarie del Web: la prima è Kazaa, il popolare software di file sharing salito alla ribalta dopo la chiusura di Napster, e poi naufragato per le denunce di violazione di copyright dell'industria discografica e di Hollywood; la seconda è Skype, il programmino che ha diffuso nel mondo la comunicazione VoIP, attraverso cui oggi milioni di utenti possono telefonare gratis via Internet.


ANTIPIRATERIAE SPOT- però la concorrenza è già agguerrita: i contenuti video, con la diffusione della banda larga, sono infatti diventati il nuovo business di Internet e attirano tutti: dalle start up (YouTube e BitTorrent) ai colossi dei media (Murdoch). E la formula vincente è duplice: da un lato quella di mantenere la qualità di immagine della tv e la sua facilità d'uso, migliorando però altri aspetti: più offerta, più interattività (i singoli spettatori potranno intervenire direttamente sui programmi, modificarli, interagire con gli autori), meno pubblicità (gli spot saranno «più brevi e meno frequenti»). Dall'altro lato, «Joost» punta non solo su contenuti amatoriali come fa YouTube.
Alessandra Muglia

GSA IL CONVEGNO SULLA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE (3)

CRITICHE

Eppure, sull’online resistono pesanti pregiudizi, come ha testimoniato l’esperienza di Fabio Folisi, direttore FriuliNews.it, attraverso il racconto della fondazione di GiornaleItaliaNordest prima e di Friuli News poi: nonostante abbia sollevato nodi di rilievo, come quello delle certificazioni delle notizie e della loro attendibilità, Folisi ha criticato apertamente la demonizzazione della Rete e le campagne finalizzate a dimostrare una presunta non affidabilità delle notizie veicolate in Internet.

A questo punto non poteva mancare l’esperto legale, l’avvocato udinese David D’Agostini, che ha delineato i nuovi interrogativi giuridici applicati al campo new media: dalla responsabilità di operatori e utenti, al trattamento dei dati personali, dal diritto d’autore sui beni multimediali alle rilevanze penali.

Dal diritto alla psicologia: perchè in Internet ci si ammala e da Internet si possono contrarre virus. Non telematici, bensì mentali. I comportamenti disadattivi e maladattivi che si ‘prendono’ nella Rete sono stati al centro dell’innovativo studio del presidente Gsa friulgiuliano, giornalista e psicoterapeuta Paolo Zucconi in merito alla patologie e psicopatologie legate al web.

Infine, mentre il docente Francesco Pira, esperto di comunicazione giornalistica, ha lanciato l’idea di creare un Osservatorio sulle testate telematiche, Massimiliano Fanni Canelles, medico e direttore della rivista SocialNews.it, organo di divulgazione del Ministero della Giustizia, si è soffermato sul network computer e sui nuovi supporti informatici. In videoconferenza hanno portato un contributo anche Emiliano Tosi, consigliere e responsabile del settore informatico Gsa, e Simona Petaccia, presidente Gsa per il Centro Italia.

Le conclusioni, infine, sono state affidate al presidente nazionale Gsa, Roberto Bonin che ha distribuito l’attestato di socio onorario ai relatori che non erano membri del Gsa. L’appello è quello di non rifiutare la Rete, anche perchè da giornalisti blogger in gamba si possono anche guadagnare bei soldi.
(A cura Gsa- Friuli Venezia Giulia)

GSA IL CONVEGNO SULLA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE (2)

E’ stata l’occasione per rendere ufficiale il gruppo del Gsa del Friuli Venezia Giulia e coloro che hanno organizzato l’evento - i giornalisti specializzati Paolo Zucconi, presidente Gsa friulgiuliano; Irene Giurovich, Carolina Laperchia, Carlo T. Parmegiani - , ma anche per lanciare la proposta di un seminario intensivo su come comunicare on line che verrà reso pubblico nelle prossime settimane e si terrà prima dell’estate a Udine.

La lezione veicolata durante il convegno è risuonata come un appello: non boicottate la Rete. Il ‘vizio’ del giornalismo tradizionale è quello di voler a tutti i costi fare finta che le potenzialità online non significassero nulla.
E invece è ora di cambiare mentalità: le notizie hanno una diffusione che nessun giornale cartaceo potrebbe permettersi e gli stessi autori possono aspirare a una maggiore notorietà. Il discorso del rettore dell’Ateneo di Udine, Furio Honsell, letto dal presidente Gsa Fvg, Paolo Zucconi, ha annunciato la partenza, nei prossimi mesi, della prima radio d’Ateneo in streaming.

Nella Rete il giornalista si ‘reinventa’. Con i video sul web il giornalista deve indossare i panni del videoreporter e il ‘fatto’ considerato nella Rete assume contorni diversi rispetto al ‘fatto’ tradizionalmente inteso: i bloggers, ad esempio, condizionano non poco la percezione delle news. Nei blog si naviga per scoprire e annusare retroscena o gossip curiosi. La rivoluzione passa con quei 30 milioni di italiani che possono abitualmente accedere alla Rete grazie alla banda larga. Con i blogsfere, passando di link in link, si incentiva la nascita di community e i commenti dei lettori.

La Rete deve rimanere – secondo Zarriello – assolutamente libera, nel senso che si tratta di un mercato che si autoregolamenta e in cui gli errori hanno tempo di sopravvivenza cinque minuti. L’online non significa però buttare a mare il modo classico di fare ed essere giornalista, tanto che lo stesso Luca Lorenzetti, presidente Anso (associazione nazionale stampa online) ha cercato di mettere in luce gli aspetti di sinergia fra l’informazione tradizionale e le nuove tecnologie, visto che il risultato si compone di nuovi palinsesti arricchiti di web radio, podcast e web tv. Si crea così un messaggio alla McLuhan: il medium è il messaggio. Dall’integrazione nasce un nuovo media o si tratta piuttosto dello stesso media? Il modello è quello messo in pratica dal direttore editore e fondatore di Affari Italiani, il primo quotidiano online. Angelo Perrino, ha spiegato in che modo il suo quotidiano sia riuscito a ritagliare spazi e a sfidare i giganti dell’editoria.

Il futuro è Internet, e la gavetta si farà sempre più online. E, per certi versi, il giornalista online si candida a poter vantare maggiori competenze rispetto al collega della carta stampata.

GSA IL CONVEGNO SULLA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE (1)


(ASSODIGITALE.IT)
La “comunicazione multimediale” diventa un appuntamento fisso: dopo il successo del primo convegno Gsa Friuli Venezia Giulia, svoltosi nel palazzo della Provincia a Udine, si è deciso di battezzare il capoluogo friulano quale sede dell’incontro annuale sullo stato dell’arte dei new media.

Il giornalismo tradizionale si è messo alla prova con il giornalismo on-line. Ad accogliere il confronto e la necessaria integrazione fra i due campi si è proposta Udine, sede del primo convegno su “Comunicazione multimediale.
L’appuntamento a Udine con gli esperti del settore diventerà annuale, proprio per seguire da vicino l’evolversi dei new media e del comportamento-recepimento delle novità da parte del pubblico e dell’utenza.

mercoledì 14 febbraio 2007

SCUOLA: cresce il disagio e crolla l'autorevolezza dei docenti. SONO BULLI DI CLASSE.


I filmati finiti su Internet sono solo la punta dell'iceberg.
Il ministro Fioroni sorride rassicurante, mostrando la maglietta che invita a "smontare il bullo". Quest’anno scolastico passerà alla storia per l’alto numero di casi di bullismo in classe finiti sotto i riflettori dei "media".
Un’emergenza che ha indotto il ministro della Pubblica istruzione ad annunciare una campagna antibullismo con tanto di "spot" televisivi e numero verde (800.66.96.96). Ma il malessere della scuola non sta solo nel bullismo, inteso come "bravata" da ragazzini pronta a degenerare nella violenza e a trasformare gli studenti in teppisti da strada. Vi è un disagio più generale, in cui si scontrano insofferenza per le regole, da parte dei ragazzi, e mancanza d’autorevolezza da parte dei docenti.

La verità è che gli insegnanti non hanno strumenti sanzionatori per scoraggiare i prepotenti, mentre i nuovi dirigenti, che hanno sostituito la vecchia figura del preside, il più delle volte stanno dalla parte dei ragazzi e delle famiglie.
Oggi il dirigente è un manager carico di responsabilità amministrative che non ha più tempo per queste cose, anche perché gli istituti scolastici si sono ingranditi, spesso sono istituti comprensivi distribuiti su più edifici.
Sembra che non siano stressati solo gli insegnanti, ma anche i ragazzi. Se non sono violenti o indisciplinati, spesso sono assaliti dall’ansia da scuola. I ragazzi di oggi vivono in un clima ovattato, non sono più abituati a un impegno serio, come richiede un liceo, e al rispetto delle regole, il problema vero sono le famiglie, tutt’altro che collaborative. I genitori stanno sempre dalla parte dei loro figli: li difendono anche quando sono indifendibili, ed è aumentata moltissimo la loro aggressività. Pretendono di scegliere la sezione, se un ragazzo va male con un insegnante o non si trova bene vengono a chiedermi di cacciarlo. Bocci un ragazzo con cinque debiti e la famiglia ricorre al Tar.
La ricetta per un clima positivo tra le pareti scolastiche? Pazienza e ascolto. Non è semplice parlare di disagio, perché molto spesso esso non nasce tra le pareti scolastiche. I ragazzi stessi sono portatori di disagio, inoltre oggi la realtà scolastica è cambiata, anche per l’inserimento di alte percentuali di alunni stranieri. Forse il vecchio modello di insegnante e alunno non regge più. I problemi di comunicazione sono cresciuti e diventa sempre più importante la figura del dirigente, non sempre preparato a reggere tanti problemi».

Cronache di Bassavilla 90


Chiudono i cinema tradizionali a Bassavilla. La morìa è iniziata con il Corso in via Dante, è proseguita con il Moderno di Piazzetta della Lega e adesso tocca all'Ambra, ben noto agli amici delle Cronache per essere stato molto tempo fa quel Dopolavoro Ferroviario che ospitò il 23 aprile 1916 le dissertazioni di Vittorio Galli sulle "Applicazioni di psicofisica in tempo di guerra" e l'ultimo Capodanno di Melissa Prigione al veglione del 31 dicembre 1924. Sono i cinema storici della nostra vita, dove men che adolescenti assistemmo, stretti fra paura e senso della trasgressione, alle proiezioni di Suspense, Psycho e Gli uccelli. Quando decidemmo, inconsapevolmente, che il cinema sarebbe stato passione maniacale sino all'ultimo giorno della nostra vita - uso il plurale non maiestatis perché parlo anche a nome di tanti altri - e associammo immagini e divieti (ai minori di 14 anni) a pulsioni interne difficili da definire, ma troppo piacevoli.
Chiudono, ed è un percorso senza ritorno. Perché diventano qualcos'altro: un megaposteggio, un supemercato, un qualche monumento alla stupidità di massa. Chiudono, si dice e si sostiene, perché uccisi dal DVD, da Internet, da SKY, dalle multisale, dai cellulari e da altri nuovi media.
Tornando al cinema e alla sua fine come rituale di massa, chi ha buona memoria sa che scrittori tipo Bradbury, Matheson o Sheckley hanno sempre insistito con rara comunione d'intenti sui pericoli concreti di un feticistico culto della visione, relegato tra le mura domestiche, primo atto in divenire della chiusura delle grandi sale tradizionali.

martedì 13 febbraio 2007

SPECIALE
Michele Francipane, l'autore del 'Giocabolario' nel mirino della Rai. Sabato e domenica ospite a Raidue e Radiodue- nelle trasmissioni “Mattina in Famiglia” e “L’altro lato”
di Giuseppe Sangiovanni

Il professore nativo di Caiazzo, ideatore della costituenda Accademia dei Ludogrammatici, è autore del Dizionario ragionato dei cognomi presentato lo scorso 15 agosto al Caffè della Versiliana. Collabora con Focus, Il Sole 24 Ore, Rizzoli, Mondatori e Fabbri. Fine settimana rovente, quello che si appresta a vivere Michele Francipane (nella foto). Il sessantasettenne professore caiatino, doppia laurea in tasca(Lettere e Pedagogia)- con studi approfonditi in matematica, filosofia e musica- dirigente scolastico in pensione- è una persona speciale- che esporta con successo-nell’intera penisola - la casertanità. Nativo di Caiazzo: una casa a Milano- nei pressi dello stadio San Siro, l’altra nei pressi del castello della sua amata Caiazzo- dove ritorna diverse volte nell’arco di un anno- Francipane è autore del Dizionario ragionato dei cognomi italiani-edito dalla Bur(Biblioteca Universale Rizzoli)- contenente oltre 25mila cognomi- presentato il 15 agosto scorso al Caffè della Versiliana. Ha pubblicato inoltre, Il Dizionario ragionato dei nomi(pubblicato sempre dalla Bur(contenente personaggi biblici, fantastici, mitologici, titoli d’opere d’arte letterarie e musicali, testate giornalistiche, trasmissioni radio-tv, frasi celebri, modi di dire plurilingue); Il Dizionario degli aneddoti(unico in Europa)- strumento utilissimo per chi lavora nei media – dalla carta stampata al web, dalle radio alle televisioni – perché consente d’arricchire, in modo colto e circostanziato, articoli, trasmissioni, interventi in dibattiti; “Ludogrammi”, presentato da Bruno Munari (Mursia), “Il somario: perle chicche e strafalcioni” (Rizzoli); “Lo specchio dei numeri” (Sonzogno) e “La Smorfia del terzo Millennio” (Fabbri). Per due decenni ha collaborato con la Mondatori, per le riviste della Disney, con il Sole 24Ore- rubrica Tempi e Passatempi, con Focus. I suoi giochi per grandi e piccini – noti in tutto lo stivale. Gioca con le parole. Le divide, le studia, le scansiona con il cervello- che è come una Tac. Suo il Giocabolario- che ha sedotto Dossena e Bartezzaghi. La soluzione per Il solitarie di Leibnitz- sempre sua. Creatore di neologismi. Ludogrammatica(giocare con i nomi)- Epistemonemia(indaga sui nomi delle scienze); Psiconomastica(onomastica applicata alla psicologia). In un momento particolare come questo- dove si parla e riparla di nuovi cognomi- non poteva mancare che lui- autentico esperto del settore-contattato da prestigiosi media nazionali. Dopo l’intervento su “Il Sole 24 Ore”- di oggi(25 gennaio)- il professore caiatino- sabato 27 gennaio- sarà ospite della trasmissione radiofonica “L’altro lato”- in onda su Radiodue- dalle 9,30 alle 10,30- programma di successo - ideato da Franco Taddei(autore trasmissioni di Fiorello). Il giorno dopo, domenica 28 gennaio- ospite, invece- negli studi televisivi di Via Teulada-nella trasmissione “Mattina in Famiglia”.

Le pari opportunità sotto la lente del Cnr



Le pari opportunità sotto la lente del Cnr
Lis, una lingua ricca di possibilità

“Qualche anno fa vedere per strada, al bar o sui mezzi pubblici i sordi che comunicavano a gesti suscitava al massimo curiosità. Ora sulla lingua italiana dei segni (Lis) si sa molto e questa conoscenza ha permesso ai non udenti di avere opportunità simili a quelle di chi sente. Tutto ciò è stato possibile grazie alla ricerca”. A pronunciare con soddisfazione queste parole è Virginia Volterra, dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma, la struttura scientifica che per prima in Italia si è dedicata allo studio sistematico della Lis, contribuendo in maniera significativa a cambiare la vita dei sordi.“L’interesse per la lingua dei segni”, racconta Volterra, “è iniziata presso il nostro Istituto (allora si chiamava Istituto di psicologia n.d.r.) dagli anni ’80. E’ bene ricordare che all’epoca questa forma di comunicazione non aveva neppure un nome: i sordi, che la usavano da tempo immemorabile come una sorta di ‘lingua privata’, la chiamavano ‘mimica’; gli udenti usavano invece il termine ‘linguaggio gestuale’ o ‘linguaggio mimico-gestuale’, Siamo stati noi, uniformandoci ad altri paesi europei ed extra europei, a scegliere il termine ‘lingua dei segni italiana’ “.Via via che le ricerche procedevano la lingua dei sordi si rivelava una forma di comunicazione molto più complessa di quanto apparisse all’esterno. “Studiando abbiamo scoperto regole che, in qualche modo, corrispondono alle strutture delle lingue vocali: la Lis ha tutte le caratteristiche tipiche di una vera e propria lingua, cioè un’articolazione sistematica, corrispondente all'articolazione fonologica che troviamo nella lingua vocale, ha una grammatica e una sintassi e ha norme in base alle quali i segni si modificano e si combinano con altri segni per formare le frasi, come avviene nelle lingue vocali in cui da un ristretto numero di fonemi e dalla loro combinazione è possibile creare un numero infinito di parole”.I primi risultati di queste acquisizioni furono immediati: “Il primo passo, per noi”, dice Volterra, “è stato imparare questa lingua, e devo confessare che non è stato facile, tanto che ancora oggi commettiamo molti errori. Non solo, dal 1982 è iniziato presso il nostro Istituto il primo corso di lingua dei segni, a cui seguirono pochi mesi dopo altri due corsi: uno per interpreti, l’altro per operatori e tecnici della Lis, organizzati dalla Regione Lazio, con la consulenza dell’Istc-Cnr”.Nello stesso periodo poi l’interesse cominciò a diffondersi in altri settori operativi, coinvolgendo logopedisti e insegnanti che erano alla ricerca di nuovi itinerari educativi, non soddisfatti in pieno dal metodo orale. “In particolare”, precisa la studiosa dell’Istc-Cnr, “un gruppo di logopediste cominciò a utilizzare il metodo bimodale con bambini in età prescolare, proponendo loro il linguaggio verbale accompagnato dal gesto; e in una scuola media speciale di Roma, due docenti iniziarono una sperimentazione didattica che prevedeva l’utilizzazione della Lis per migliorare l’espressione scritta e orale degli alunni, per dare loro il maggior numero di conoscenze sia sul piano del comportamento e dell’interazione sociale che sul piano culturale”.Poi incontri, convegni, pubblicazioni e approfondimenti hanno fatto il resto, apportando importanti cambiamenti nella società. “L’Ente nazionale dei sordi”, continua la ricercatrice, “ha attivato corsi Lis su quasi tutto il territorio nazionale. In diverse parti di Italia sono nate associazioni e cooperative per la diffusione della Lis, alcuni telegiornali vengono tradotti in Lis e interpreti Lis sono spesso attivi nel corso di manifestazioni pubbliche, ma soprattutto la Lis ha cominciato a entrare in alcune scuole e università. Sono stati pubblicati dizionari, grammatiche, ricerche linguistiche, psicolinguistiche, psicopedagogiche, sono nate nuove figure professionali: assistente alla comunicazione, educatore sordo, interprete Lis”.Risultati indubbiamente soddisfacenti, ma c’è ancora qualcosa da fare. “Occorre”, conclude Volterra,” un riconoscimento legislativo della Lis come una delle lingue minoritarie; corsi di lingue dei segni poi dovrebbero diventare insegnamenti ordinari nelle nostre università”.
Rita Bugliosi

lunedì 12 febbraio 2007

Kandel “La memoria si può ricostruire”

Kandel: i ricordi si fissano o si cancellano rapidamente per l’interazione di attivatori e di inibitori. E’ anche per questo che ogni cervello è assolutamente unico: anche due gemelli non hanno la stessa mente

GABRIELE BECCARIA
«Ciò che dico e che qualcuno si sforza perfino di ricordare non avrà conseguenze sulle generazioni future: fate l’amore e fate tutti i figli che volete. Ho scoperto che la memoria a lungo termine attiva dei geni - e questo mi ha sorpreso - ma ho anche la certezza che le “espressioni” del Dna attivate dagli stimoli ambientali non sono tramissibili alle generazioni future. Quindi, non c’è e non ci sarà nessuna cattiva influenza! I figli sono salvi!».Questa è una delle lezioni folgoranti di Eric Kandel, che in visita a Torino e a Roma parla alle folle come se fosse a tu per tu con gli studenti della Columbia University, intrecciando diapositive di neuroni e grafici pieni di proteine ed enzimi con battute alla Woody Allen (c’è qualcosa in lui che gli somiglia) e l’aplomb che si immagina debba avere un professore americano della East Coast vincitore del Nobel per la Medicina. E infatti è elegantissimo, ha il papillon rosso e la falcata da pensatore che inganna i 77 anni. E’ la prova vivente che la memoria - l’oggetto del suo primo mezzo secolo di studi - è un’entità malleabile e manipolabile più di quanto non siamo disposti a credere, un miracolo dei neuroni e dei geni che ogni individuo può costruirsi, rafforzare ed espandere come un software appena lanciato sul mercato di cui si favoleggiano potenzialità quasi illimitate.Professore, lei sostiene che ciascuno di noi ha un cervello assolutamente unico. E’ così? Ci fa sentire tutti meglio, quasi orgogliosi.«Certo che è così. Anche due gemelli, che sono uguali in tutto, hanno cervelli differenti. Hanno gli stessi geni, ma allo stesso tempo un’individualità biologica che si protrae per tutta la vita. In genere si pensa che i geni controllino tutto, come i comportamenti, ma spesso si dimentica che sono anche i “servi” dell’ambiente. Gli stimoli che provengono da ciò che ci circonda, infatti, scatenano espressioni geniche specifiche».Lei ha spiegato che questi cambiamenti che ci rendono esseri unici si verificano soltanto con le memorie di lungo termine. Può spiegare?«Esistono due tipi di memoria, una di breve e una di lungo termine. L’ho scoperto studiando l’Aplysia californica, che è una lumachina di mare molto bella e molto intelligente che ha il vantaggio di avere soltanto 20 mila neuroni e tutti molto grandi. Così ogni cellula è riconoscibile e a molte potrei dare perfino un nome: Denise, Mirella, Piergiorgio... Stimolando il suo sifone, ho visto che si ritraeva e questa reazione poteva essere transitoria oppure, dopo un certo numero di cicli di piccole scosse elettriche, diventare permanente. La trasformazione avviene perché cambia la forza del collegamento tra le sinapsi, che sono le connessioni tra i neuroni. Interviene una molecola - chiamata cAMP - che invia il suo segnale all’enzima PKA, il quale rafforza i trasmettitori chimici che fisseranno i ricordi. Mentre si accende questo “attivatore”, contemporaneamente si attenua un enzima inibitore e così possiamo immagazzinare ricordi che, altrimenti, resterebbero al qua della soglia e verrebbero rapidamente eliminati».E’ vero che sta studiando nuovi farmaci per aumentare la memoria e, un giorno, per far tornare quella cancellata dei malati di Alzheimer?«Ho creato la società Memory Pharmaceuticals proprio con questo obiettivo. Se prendiamo un campione di 100 settantenni, il 40% ha una memoria ancora perfetta e il 60% soffre di due sindromi: una perdita leggera o media dovuta all’invecchiamento e una devastante causata dall’Alzheimer. Abbiamo visto che nelle prime fasi della malattia le sostanze inibritrici aumentano e quindi una via promettente è agire su questi meccanismi molecolari».Crede davvero possibile unificare psicologia e psicanalisi con le neuroscienze? Freud e Dna sono destinati a fondersi?«Ne sono certo. La biologia della mente è la grande frontiera delle scienze del XXI secolo».

Tommaso Tessarolo e "Il senso di una (r)evolution"

Il senso di una (r)evolution
di Tommaso Tessarolo21/01/2007


In questi ultimi giorni è tornato alla ribalta il nuovo progetto di Janus Friis e Niklas Zennstrom, il Venice Project. Un nome senza senso, che fortunatamente verrà cambiato, per un progetto che dichiara di voler far cambiare il modo di concepire la TV alla gente. Da come e quanto se ne sta parlando non c'è dubbio che sia partito con il piede giusto. Friis e Zennstrom sono due persone a dir poco esperte nella costruzione di piattaforme per la distribuzione di contenuti e servizi sul web. Nel marzo 2001 crearono il progetto KaZaa diventato in fretta uno dei network P2P più usati dal popolo Internet per lo scambio di qualsiasi tipo di contenuto digitale. Entrato rapidamente in disgrazia per evidenti problematiche legali a causa dell'enorme traffico di materiale sotto copyright quotidianamente scambiato, ha tentato progressivamente di spostarsi verso la distribuzione di materiale legale fino ad arrivare nel 2006 ad un accordo per la distribuzione delle produzioni di Universal Music, Sony BMG, EMI and Warner Music. Nel 2002, Friis e Zennstrom danno vita ad un altro progetto che vede la luce nel agosto del 2003. Il progetto in questione è il celeberrimo SKYPE, che diventa ben presto il network di Voice over IP più usato al mondo. Anche SKYPE fonda il suo funzionamento sul protocollo P2P, approccio assolutamente rivoluzionario per il settore, garantendo in questo modo una scalabilità dell'intero sistema virtualmente senza limiti a dei costi altrimenti impensabili. Il progetto SKYPE ha un una sorte decisamente più favorevole del suo predecessore tanto da arrivare ad essere venduto nell'ottobre del 2005 al gigante eBay per 1,9 milardi di dollari (ai quali vanno aggiunti 1.8 miliardi opzionati per il 2008). Dall'operazione Friis e Zennstrom escono con una credibilità alle stelle ed un cospicuo capitale realizzato. Non contenti dei successi ottenuti, i due paladini del P2P vedono per questa tecnologia nuovi campi di applicazione e decidono di non fermarsi convinti che proprio il P2P sia grado di offrire delle risposte definitive alle problematiche che la nuova, all'epoca solo presunta, evoluzione del web portava con sé. Era il 2004 ed i segnali di una imminente rivoluzione legata alla distribuzione del video su Internet c'erano già tutti.

Il 1 gennaio del 2005 Friis e Zennstrom cominciano le assunzioni per il loro nuovo progetto che chiamano temporaneamente "The Venice Project" finanziandolo di tasca propria con i proventi della vendita di SKYPE ad eBay. Le prime assunzioni, che riguardarono programmatori esperti presi dai principali progetti open source Apache, Mozilla, Ubuntu, e Subversion, accesero subito i sospetti di una nuova avventura P2P dei due ormai conosciuti come i fondatori di SKYPE. Project Venice ha aperto il 12 dicembre di quest'anno la sua fase beta riservata a 6000 persone, rivelando anche ai nostri occhi finalmente molti particolari. La modalità di visione, come promesso di Friis, è prevalentemente "non lineare". Un canale è di fatto composto da una serie di clip Video che vengono riprodotte in sequenza quando si accede al canale (molto bello il montaggio di tutte le novità che si ha all'avvio del client). Questo approccio garantisce una esperienza di TV di flusso per chi non ha intenzione di scegliere altro se non il canale, ma consente allo spettatore attivo di poter decidere in ogni momento quale singolo contenuto vedere. Il modello di business prevede due fonti di ricavo: innanzi tutto l'advertising ovvero pubblicità dentro i video e sponsorizzazioni dei canali. Quindi la vendita di contenuti a pagamento, della quale non si sa praticamente nulla anche se Friis ha dichiarato che alcuni contenuti saranno distribuiti protetti da DRM. Project Venice più che avere fornitori di contenuti mira ad avere partner interessati ad utilizzare la piattaforma, con i quali stringere relazioni di reciproca convenienza. Per un broadcaster poter trasmettere a tutto il pubblico della rete senza passare sotto la gogna dei telecom operator, e senza dover investire quantità di denaro ai limiti della sostenibilità, è una opportunità senza precedenti. Mentre per Venice sarà importante avere contenuti di pregio da proporre a chi scaricherà ed utilizzerà il client. Due sono le sfide ulteriori che il Project Venice si propone di superare. La prima è legata ai contenuti ad alta definizione, che indiscutibilmente faranno dai traino ad una nuova offerta televisiva di qualità, con un numero di potenziali clienti in forte crescita grazie all'entusiasmo che sta circondando questa nuova tecnologia. La seconda è quella che amo chiamare "la prova divano". Credo che la Net TV uscirà dallo stadio larvale solo quando riuscirà ad entrare, in maniera semplice e trasparente, dentro i nostri televisori, quando seduti sul nostro divano con il telecomando in mano potremmo indifferentemente scegliere se vedere la TV "classica" o la Net TV, in quel momento inizierà la vera battaglia. Entrambi gli obiettivi rientrano nei piani del Venice Project che dovrebbe uscire ufficialmente nei primi mesi del prossimo anno già con un offerta HD e con sul mercato uno o più "box" in grado di attaccarsi al televisore e ricevere direttamente questa nuova TV. Il Venice Project però non è l'unico progetto di questo tipo in attività. Pur essendo indiscutibilmente quello che ha attirato il maggior numero di attenzioni si trova già oggi in compagnia di diversi servizi concorrenti. non lineare, sempre grazie ad un client da scaricare. Diversi canali tematici a disposizione con la possibilità di vedere la TV in maniera "passiva" o di poter scegliere e raggruppare i contenuti di proprio interesse. Anche in questo caso è previsto il superamento della "prova divano", mentre l'uscita sul mercato è ancora incerta anche se il livello di compiutezza del client che abbiamo provato è tale da far presupporre un lancio non così in là nel tempo.
Oggi Zudeo offre un esperienza decisamente diversa da Venice o da Babelgum, ma le evoluzioni previste lo porteranno ad essere un'altra piattaforma del tutto assimilabile. E siamo a tre. Ma è importante considerare anche tutte le piattaforme commerciali che da tempo esistono per la distribuzione di contenuti P2P, purtroppo tutte affette dal grave problema della scarsa diffusione dei loro client. Uno su tutti è Octoshape che a differenza di tanti altri offre una tecnologia P2P pensata principalmente per trasmettere contenuti in diretta, in netta controtendenza.
Stiamo anche noi cercando di focalizzare un obiettivo preciso ma il fenomeno si sta diffondendo più delle nostre aspettative. Per noi il Venice Project è solamente un altro programma... se contribuisce alla comunità intera ci fa enormemente piacere. Apprezziamo Skype per aver capito l'importanza dell'iptv/videosharing. Comunque vi vorrei segnalare un ottimo p2p-tv per ora disponibile solo in svizzera ma che da nostri test promette molto bene: www.zattoo.com" Ecco un'altra piattaforma e un altro addetto ai lavori contento dell'effetto benefico che il Venice Project sta portando al mondo P2P.
Gli unici veri oppositori rimasti sono purtroppo i telecom operator.

domenica 11 febbraio 2007

Rupert Murdoch al Media Summit di NYC : ‘MySpace genererà profitti'


Ospite dell’annuale Media Summit di New York (7-8 febbraio, McGraw Hill Building), Rupert Murdoch è intervenuto per il keynote odierno (lo aveva preceduto ieri Barry Diller di IAC, InterActiveCorp) e, intervistato da un editorialista di Business Week, ha spaziato dalla politica alla crisi dei quotidiani, dedicando però grande attenzione a Internet e alla strategia di Fox Interactive nei riguardi dei media digitali e del social networking.Sollecitato su quest’ultimo punto, Murdoch ha spiegato che la decisione di investire oltre 540 milioni di dollari in MySpace fu dettata da una semplice considerazione: una parte sempre piu’ consistente del tempo concesso dal pubblico alla televisione andava erodendosi, e la stessa sorte toccava alle entrate pubblicitarie. “Capimmo che era il momento perfetto per agire e rifocalizzarci”. Il magnate di News Corp ha poi previsto che le entrate del gruppo saranno generate, in non più di cinque anni, per il 10% da Internet (oggi i ricavi del Web rispetto al totale sono per il gruppo inferiori all’1%) e che MySpace, che nell’ultimo trimestre ha contribuito in gran parte ai 125 milioni di dollari di entrate, farà ancora meglio quest’anno non appena entrerà in vigore l’accordo con Google per la vendita di keyword sulle pagine della community.Murdoch, che è restato sibillino circa il suo supporto politico ai candidati alla presidenza U.S.A. nel 2008 (pur avendo organizzato un ‘fund raiser’ in favore di Hillary Clinton), non ha avuto invece riserve circa uno dei grandi successi recenti prodotti dai suoi studios, il film “Borat” (interpretato da Sacha Baron Cohen, già Ali G, e in uscita in Italia a marzo): “Se l’ho visto? L’ho visto tre volte e mi ha fatto sbellicare dale risate. La sera, la prima volta, poi siamo andati al ristorante e abbiamo continuato a ridere per tutta la cena. La mattina, a colazione, ridevamo ancora. E’ un film molto intelligente. E no, non credo proprio che distruggerà la nostra cultura…”.

Media: Tra cinque anni Il New York Times sarà solo su Internet

"Non so se tra cinque anni ci sarà ancora l'edizione cartacea del New York Times e nemmeno mi importa molto". Lo ha detto in un'intervista al giornale israeliano Haaretz l'editore del prestigioso quotidiano Usa, Arthur Sulzberger.
La dichiarazione choc è arrivata dopo che il sito web del giornale è arrivato a una media di un milione e mezzo di visitatori al giorno, mentre il "Times" di carta ha "soltanto" 1,1 milioni di abbonati. Insomma, il futuro del giornalismo è nella Rete. Così Sulzberger: "Internet è un posto bellissimo dove stare, e lì siamo leader". Dunque, la sfida dell'editore nei prossimi anni sara proprio questa: gestire la transizione dalla carta al monitor. "Il Times è in viaggio, e il viaggio finirà quando decideremo di terminare la stampa del giornale".

sabato 10 febbraio 2007

La Rai farà la web tv e ci scaricheremo Montalbano


Grazie al contratto di servizio stipulato tra il ministero delle Comunicazioni e la Rai per il triennio 2007-2009 i telespettatori potranno finalmente scaricarsi le puntate di Montalbano e molti altri programmi dal sito web della Rai. Il nuovo contratto contiene infatti un’importante novità: la nuova offerta multimediale (Internet compresa) diventerà ufficialmente per la prima volta la terza tipologia di programmazione Rai in aggiunta all’offerta radio e televisiva. La Rai dovrà produrre e acquistare diritti anche per il digitale terrestre, la tivù via satellite, la tivù via Internet e l’Internet mobile. In particolare dovrà dedicare al web una quota crescente di risorse finanziarie. E la Rai verrà giudicata anche per la qualità dei suoi servizi Internet. Il contratto di servizio impegna insomma il servizio pubblico italiano a seguire le orme della Bbc, che ha un sito tra i migliori e più visitati del mondo e che offre gratis o a pagamento via web i suoi programmi televisivi a chi paga il canone. L’Aiip, Associazione italiana degli Internet provider, ha espresso la sua forte soddisfazione per il nuovo contratto di servizio, sottolineando in particolare il fatto che “questo approccio rappresenta un primo riconoscimento pratico del principio della neutralità della rete”. Gli Internet provider alternativi a Telecom Italia sono contenti perché l’offerta dei programmi Rai sarà resa disponibile gratuitamente via Internet senza accordi particolari con il carrier che si limiterà al trasporto dei segnali. Il gestore delle telecomunicazioni sarà completamente ‘neutro’. L’Aiip polemizza invece contro “quegli operatori dominanti che vogliono monopolizzare la tivù del futuro, l’iptv (Internet protocol tv), attraverso tariffe differenziate, qualità mediocre, decoder chiusi”. Al di là delle battaglie regolamentari che si svolgeranno a Bruxelles e a Roma sulla neutralità della rete, il problema delle prospettive della tivù via Internet è più generale. Si sta profilando una competizione sempre più marcata tra due concezioni diverse – e forse opposte – della televisione del futuro. Da una parte la web tv sponsorizzata dai fornitori di contenuto e dai grandi siti web, dall’altra l’iptv dei gestori di telecomunicazione. Ormai il successo della musica scaricata on line a pagamento ha convinto le major hollywoodiane e i gruppi televisivi a mettere in rete i loro prodotti video. I film e alcuni programmi sono offerti a pagamento, altri programmi contengono pubblicità. Negli Usa si moltiplicano gli annunci degli accordi tra i grandi content provider (major e network) e i maggiori siti web come Google, iTune, Yahoo!, Msn e gli altri siti di social networking frequentati da milioni di visitatori. Grazie alla web tv e agli accessi a banda larga milioni di internauti possono scaricarsi on demand in pochi minuti i programmi preferiti per poi vederseli comodamente sul computer o sul televisore di casa. Questa offerta di web tv è però in parte alternativa a quella iptv che stanno sviluppando i grandi gestori di telecomunicazione negli Usa, in Europa e in Italia. L’offerta di iptv è basata fondamentalmente sui canali e sui programmi forniti dai carrier di tlc grazie agli accordi – eventualmente di esclusiva – con i content provider. Bisognerà vedere chi vincerà sul mercato: se l’offerta ‘chiusa’ di tivù a pagamento dei carrier, basata sui canali televisivi, o l’offerta di web tv on demand gestita dai fornitori di contenuto. Finora sull’Internet gratuita le offerte aperte hanno sempre vinto; occorre vedere se accadrà anche questa volta nel caso specifico della tivù a pagamento.

Non perdiamoci di Vista

Windows Vista è un sistema operativo della famiglia Windows NT, con architettura a kernel ibrido. È stato rilasciato in versioni a 32 bit per processori Intel e compatibili e a 64 bit (x64) per processori Intel e AMD.
Microsoft ha dichiarato che Vista ha un'innovativa
interfaccia utente task-based (centrata sull'attività da compiere). È presente una versione di esplora risorse (ora chiamato Windows Explorer) molto diversa da quella precedente, probabilmente la maggiore evoluzione dai tempi di Windows 95.
Un'altra caratteristica è la rivoluzione del sottosistema grafico, che sfrutta le potenzialità tridimensionali delle moderne schede grafiche arricchendo di effetti l'interfaccia grafica senza pesare sulla CPU.
In alcune delle prime versioni "alpha" di Vista (a grandi linee le Milestone 4, build 4xxx) l'interfaccia utente era implementata utilizzando
codice gestito .NET, in modo da garantire una maggiore sicurezza e protezione, ma era percepibile un notevole peggioramento delle prestazioni. Dalla "beta 1", invece, tutta l'interfaccia è nuovamente compilata in codice nativo.
Il nome definitivo di quello che era fino ad allora conosciuto col nome in codice Longhorn è stato divulgato da Microsoft prima del rilascio della versione Beta 1. Questa notizia ha colto di sorpresa la comunità informatica, sia perché in genere Microsoft tarda ad annunciare il nome finale dei sistemi operativi, sia per la singolarità del nome che rompe qualsiasi legame con il passato.
Il termine vista deriva dal verbo
latino vĭdēre (in italiano vedere), inoltre in lingua inglese e in diverse lingue romanze la parola vista significa, come in italiano, veduta, visuale: questo dovrebbe simboleggiare sia il nuovo aspetto grafico del sistema operativo, sia la possibilità che offre di avere una nuova visuale dei dati contenuti nel proprio computer.
Gli appassionati hanno inoltre dato diverse interpretazioni a questo nome, per esempio che la versione di Windows Vista è la numero 6.0 e le prime 2 iniziali del nome, "Vi", corrispondono al
numero romano VI.
Il nome in codice Longhorn derivava dal nome di un bar di una località sciistica nei pressi di
Seattle, sede della Microsoft. Questa località si trova fra il monte Whistler (nome in codice di Windows XP) e il monte Blackcomb (precedente nome in codice di Windows codename Vienna, una futura versione di Microsoft Windows).