martedì 3 aprile 2007

EMOTIVITA' VS RAZIONALITA' NELLA PUBBLICITA' ON LINE

La domanda è: per realizzare una pubblicità efficacie è meglio puntare sull'emotivita' oppure sulla razionalita'? Nel caso del web pare proprio che la risposta migliore sia la seconda.




I limiti naturali della memoria umana Uno dei principali ostacoli della comunicazione è la memoria umana. La capacità di memorizzazione delle informazioni è di fatto molto scarsa. Far arrivare a destinazione un messaggio pubblicitario è quindi un’operazione molto complessa e difficile da attuare. La complessità aumenta con la crescita del rumore, del frastuono della concorrenza. La memoria umana riesce a ricordare soltanto il 10% di quello che legge. Questa capacità aumenta al 20% quando si ascolta una lunga spiegazione, al 30% quando si ascolta e si ascolta come parte di un grande pubblico anonimo. Schizza al 70% se si è parte attiva in una discussione con più persone. Si arriva al 90% soltanto se si sta insegnando in prima persona.




La comunicazione sul web Basti questo per comprendere la difficoltà della comunicazione sul web che si concretizza in un momento in cui la relazione è diretta ma impersonale. L'utente non vede l'interlocutore, non lo ascolta, non interagisce in modo coinvolgente. Tutt'altro, nel web gli utenti vivono come protetti dall'asincronia della comunicazione e da una sorta di anonimato che permette loro di costruirsi una doppia o una tripla identità.



Emotività vs Razionalità sul web Utilizzare la leva dell’emotività è controproducente sul web. Il contesto virtuale non favorisce il raggiungimento di questi obiettivi. Il web gioca un ruolo importante soprattutto nella concretizzazione commerciale di una negoziazione tra azienda e cliente. Durante la navigazione online un utente valuta razionalmente un prodotto, le sue caratteristiche, i suoi vantaggi, lo compara con la concorrenza, stampa la pagina e infine decide per l’acquisto. L'utente non segue un percorso emotivo ma puramente razionale. Nel web vince il puro pensiero. Certamente, sul web è possibile veicolare anche una campagna in stile branding o per costruire brand awareness ma le sue vere potenzialità sono altre. Comunicazioni chiare, stringate ed esaustive, ragionamenti lineari e infine una call to action ben evidente per entrare in contatto con l’azienda. Detto in poche parole e-CRM, acronimo meno conosciuto del banner ma sicuramente più utile per rendere profittevoli i propri investimenti online.

L'INDUSTRIA HI-TECH SEGUE IL "GUERRIGLIA MARKETING"


L’industria dell’hi-tech e dell’elettronica di consumo è attualmente una tra le più prolifiche in fatto di pubblicità rivolta al consumatore finale. Spot televisivi, pagine tabellari su quotidiani e riviste di settore, campagne promozionali all’interno dei punti vendita specializzati: in pratica, tutti gli strumenti più moderni della comunicazione integrata e dell’advertising sono utilizzati in modo pressoché costante dai grandi marchi dell’ICT.
Ma a quale costo? E, soprattutto, con quali risultati? Oltre a fare i conti con i ristretti budget, infatti, sempre più le aziende leader di settore devono anche fare i conti con i ritorni sia in termini di vendita sia in termini di immagine.E spesso i risultati raccolti non sono perfettamente in linea – o, meglio dire, giustificati – con gli investimenti effettuati.
Ecco allora che spuntano nuove forme alternative di comunicazione e di marketing che, a fronte di una spesa più contenuta, sono in grado talvolta di garantire redemption decisamente degne di nota.



Il caso kenwood E’ il caso di Kenwood, l’azienda nota a tutti per gli impianti car stereo e di alta fedeltà, che ha deciso di cavalcare la nuova onda del guerriglia marketing sviluppando una comunicazione di tipo non convenzionale rivolta in particolar modo al pubblico giovane e che vede Internet come principale medium.


La strategia comunicativa Il direttore marketing Mauro Mele definisce così la loro nuova strategia comunicativa: “La nostra strategia comunicativa è basata principalmente sui cosiddetti "mezzi non convenzionali", poco considerati fino a qualche anno fa. Per mezzi non convenzionali intendiamo forme di comunicazione in grado di dare vita al fenomeno del "word of mouth", il passaparola, che riportato sul web assume la connotazione di "viralizzazione". Abbiamo dunque iniziato i primi esperimenti di video diffusi sui cosiddetti siti di inseminazione, o "contenitori" (YouTube e similari), riuscendo a ottenere in tempi brevi risultati al di là di ogni più rosea aspettativa. Restando in tema di "non convenzionale", stiamo puntando molto anche sulle attivittà di guerrilla marketing che, a fronte di investimenti contenuti, consentono di dare buona visibilità al marchio e riscono a sorprendere il consumatore, incrementando così il suo livello di attenzione, obiettivo difficile da conseguire con l'impiego di mezzi di comunicazione eccessivamente affollati, come la stampa o la televisione”.



Come è nata
"Questo nuovo tipo di comunicazione è nato in seguito a un' indagine quali-quantitativa sul consumatore commissionata ad un'agenzia esterna, volta a definire quale fosse la brand image di Kenwood. Il risultato ha evidenziato come Kenwood fosse uno dei marchi più noti del mercato dell' elettronica di consumo, ritenuto particolarmente affidabile e "sicuro". Tuttavia il marchio aveva una correlazione troppo serrata con un mondo "adulto", mentre il mercato che volevamo colpire era caratterizzato da un target giovanile, composto principalmente da individui fra i 18 e 35 anni. Ecco quindi la necessità di parlare una lingua giovane e con i mezzi principalmente utilizzati dal target precedentemente indicato per acquisire informazioni: il web”.


I risultati “Alcune indagini di mercato hanno evidenziato che più del 50% degli individui intenzionati all'acquisto di un prodotto "tecnologico" utilizza il web per reperire informazioni nella fase conoscitiva che precede l'acquisto stesso. La percentuale sale ulteriormente, arrivando sino al 60%, se il panel di riferimento diventa la fascia di età 18-40, che in pratica coincide con il nostro target di riferimento. Dopotutto un prodotto tecnologico, a differenza di quello che accade in campo alimentare o nell'abbigliamento, può in genere essere facilmente comparato con un altro semplicemente andando ad allineare le varie specifiche ed il prezzo. I risultati non si sono fatti attendere: filmati realizzati con un budget di 15-20 mila euro hanno totalizzato quasi 9 milioni di visioni, portando la nostra società a proseguire nella strategia di utilizzare mezzi di comunicazione non convenzionali, specie per il marchio Kenwood”.



lunedì 2 aprile 2007

CENTOVENTI CHIAMATE AL TELEFONO AL GIORNO PER COMBATTERE IL BULLISMO


Il Minstero della pubblica istruzione ha isituito un numero verde anti-bullismo.


IDENTIKIT DEL BULLISMO Le vittime sono adolescenti timidi, vulnerabili, a volte con ritardi mentali o problemi sociali. I bulli sono ragazzi trasgressivi, che non accettano regole e sono leader di piccoli sottogruppi nella classe. È questo l'identikit del bullismo a scuola fornito dagli esperti di psicologia giuridica che collaborano al numero verde antibullismo (800.66.96.96).



IL NUMERO VERDE ANTIBULLISMO l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione che permette di segnalare casi, chiedere informazioni sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche. Dal 5 febbraio al 27 marzo 2007 sono state ben 4.437 le telefonate arrivate alle 10 postazioni di ascolto istituite, al ritmo di 120 al giorno. A chiamare sono soprattutto genitori o familiari, seguiti da insegnanti e dalle giovani vittime di episodi di bullismo.



LE RICHIESTE Genitori e familiari chiedono soprattutto «cosa fare» per cambiare istituto all’adolescente e come sensibilizzare l’Amministrazione per fronteggiare gli ostacoli incontrati nel contesto scolastico. Gli insegnanti lamentano, invece, l’assenza e l’indifferenza dei genitori nell’educazione dei propri figli. «La scuola - dice il ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni - ormai ha preso consapevolezza del problema, e non lo affronta più con la logica dello struzzo».



Il ministro ha sottolineato che la scuola italiana è schierata contro il bullismo, ma si aspetta anche di non finire in una gogna mediatica per i comportamenti assolutamente da condannare di pochissimi. Secondo il titolare del dicastero di viale Trastevere il fatto che siano arrivate molte telefonate da parte dei genitori dimostra «che un rapporto più stretto tra scuola e famiglia può aiutare a superare il problema».




ALCUNI DATI Il 69% delle telefonate denuncia episodi di prepotenza o violenza, mentre il 31% sono chiamate di carattere informativo. Il maggior numero di denunce (35%) proviene dalle scuole secondarie di primo grado, seguite poi dalle primarie (25%), dai licei (19%), dagli istituti tecnici e professionali (15 per cento). Dalla scuola dell’infanzia giungono il 5% di denunce.



GLI OPERATORI DEL NUMERO VERDE Il «braccio operativo» del numero verde è costituito dagli Osservatori regionali permanenti sul bullismo, costituiti presso gli uffici scolastici regionali e finanziati con un milione e 800mila euro. Il loro compito è quello di mettere in contatto le diverse forze sociali e politiche del territorio (enti locali, associazionismo, scuola, università, Asl, prefetture, tribunali per i minorenni) per consentire di dare una risposta immediata, concreta ed efficace alle richieste di aiuto.



IL SITO ANTIBULLISMO A sensibilizzare la tematica del bullismo è anche il sito www.smontailbullo.it, ideato dai ragazzi e gestito dalla Consulta provinciale degli studenti di Bergamo, che registra oltre mille accessi giornalieri.




LA PREVENZIONE CONTRO IL BULLISMO Le azioni contro il bullismo, che viaggiano di pari passo con quelle per prevenire il disagio giovanile, sono l’elevamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, la riforma dell’esame di Stato e il potenziamento dell’insegnamento della musica, delle scienze e dell’educazione motoria a scuola. Tra le altre azioni di sistema si segnalano i premi all’eccellenza, le scuole aperte di pomeriggio, l’approfondimento della conoscenza della Costituzione, più spazio alla partecipazione studentesca, la promozione dell’educazione alla salute e il miglioramento dell’accoglienza degli alunni stranieri. Prevista anche una campagna di comunicazione fatta da e per i ragazzi che tramite giornali, tv, radio e Internet sensibilizzerà l’opinione pubblica sul tema del bullismo. Significativa la presenza, al lancio dell’iniziativa, di due realtà molto diverse.

COMUNICAZIONE: FACILI LE INCOMPRENSIONI CON CHI E' VICINO


Uno studio della University of Chicago, pubblicato sulla rivista Cognitive Science, ha studiato i meccanismi della comunicazione nel caso di informazioni condivise e non condivise per studiare in quali condizioni si riesce ad ottenere una comprensione completa dei messaggi.



Le persone più vicine sono talvolta quelle con le quali non si riesce a comunicare perfettamente . Questo avviene perché con le persone con cui condividiamo più conoscenze, più parole chiave, più conversazioni passate a cui riferirci, tendiamo ad esprimerci attraverso brevi messaggi spesso ambigui. Tendenzialmente si ritiene che, quando due persone condividono molte conoscenze, la comunicazione tra loro sia molto più completa che non tra due che non hanno un bagaglio di informazioni in comune. Questo è vero nei casi in cui la comunicazione riguarda un oggetto conosciuto ad entrambi. Quando, invece, due persone si devono scambiare informazioni a proposito di qualcosa o qualcuno sconosciuto ad una delle due, la condivisione delle informazioni può creare confusione.



L' ESPERIMENTO Per studiare queste relazioni Shali Wu e Boaz Keysar del dipartimento di Psicologia della University of Chicago, hanno coinvolto in un gioco di ruolo 40 coppie di studenti. Hanno presentato loro alcune immagini stilizzate alle quali era assegnato un nome composto che gli studenti dovevano imparare. Dopo una prima parte in comune uno studente della coppia è stato allontanato e sono state mostrate altre immagini all’altro. Alcune coppie condividevano sei immagini, altre ne condividevano 18. Nella seconda parte dell’esperimento gli studenti di ogni coppia erano seduti uno di fronte all’altro, ognuno davanti ad un monitor sul quale comparivano le figure mostrate loro in precedenza. Lo studente che conosceva più figure doveva fornire l’informazione a quello che ne conosceva meno, che era il destinatario dell’informazione e che doveva riuscire a identificare in un gruppo di tre figure quella a cui si riferiva il compagno. I risultati hanno mostrato che le persone che condividevano più immagini erano quelle più in difficoltà nel momento in cui l’oggetto della loro conversazione era sconosciuto ad uno dei partecipanti. Questo perché senza rendersene conto facevano mentalmente riferimento ad una conoscenza comune, pensando di doverla richiamare e utilizzare, e si scambiavano messaggi ambigui che portavano a incomprensioni. Invece gli altri prestavano più attenzione alla comprensione dell’altro e cercavano di essere il più chiari possibile.

domenica 1 aprile 2007

CINEMA DIGITALE: NEL 2013 SORPASSERA' QUELLO A PELLICOLA 35MM


La diffusione nelle sale di tutto il mondo del cinema digitale, che lo scorso anno ha registrato un'impennata imprevista, sta procedendo a un ritmo tale da far prevedere entro sei anni, nel 2013, il sorpasso dei proiettori digitali su quelli a pellicola 35 millimetri.




La previsione, elaborata in base a modelli matematici, è stata annunciata da Media Salles, progetto che opera nell'ambito del Programma Media dell'Ue col sostegno del governo italiano, per promuovere la distribuzione nei cinema di prodotti audiovisivi europei.
Quella alle è porte è una rivoluzione "che nasce come squisitamente tecnologica, ma che è desinata ad avere effetti soprattutto dal punto di vista commerciale sul business dell'esercizio cinematografico, trasformandolo in qualcosa di diverso da come oggi lo conosciamo", rileva uno studio curato da Marco Del Mancino, esperto di marketing, per Media Salles, che ne ha fornito un'anticipazione a Reuters, in vista della presentazione in apertura del corso "DigiTraining Plus", che si terrà fino al 1° aprile presso la sede di Barco a Kuurne, in Belgio.




I dati riportati dall'esperto. Secondo Del Mancino, dopo il boom nella diffusione del digitale nelle sale nel 2005 (+81%), gli esperti del settore si aspettavano un 2006 in tono minore, di transizione.
Invece dai dati diffusi il mese scorso da Media Salles, a fine 2006 gli schermi digitali nel mondo hanno raggiunto quota 2.866, con un incremento boom, più 383%, rispetto all'anno prima, con Asia ed Europa in aumento stabile (+70% e +168%), mentre il Nord America ha allungato il passo con un più 1.031%.
Elaborando uno strumento previsionale consolidato, preso a prestito dallo scientific management e dalla ricerca demografica in base a una logica matematica su un modello di diffusione "epidemiologico", Media Salles prevede che anche se si giungerà alla saturazione del 99% del mercato potenziale (oltre 105.000 schermi attivi nel mondo) solo nel 2019, il picco delle adozioni si realizzerà già nel 2013 (con oltre 20.000 nuovi impianti installati), anno in cui dovrebbe avvenire il sorpasso della tecnologia basata sul 35mm.
Tra circa cinque anni dunque, il D-Cinema, rileva ancora Del Mancino, potrebbe passare da una realtà marginale (oggi è adottata solo nel 3% degli schermi mondiali) a una che vale miliardi di euro, "con importanti implicazioni non solo commerciali e tecnologiche, ma anche socio-culturali e quindi politiche".© Reuters 2007. Tutti i diritti assegna a Reuters.

ESTETICA DEI NUOVI MEDIA. FORME ESPRESSIVE E NETWORK SOCIETY



Martedì 27 marzo alle ore 18, presso la NABA - Nuova Accademia di Belle Arti Milano, Aula Spazio Luce si è svolta la presentazione del libro di Antonio Tursi "Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society" (costa & nolan).



Il libro. Che ne è delle forme espressive nell'ambito della società delle reti telematiche? Ha ancora senso parlare di arte e bellezza in presenza dei sempre più pervasivi flussi informativi veicolati dalle nuove tecnologie di comunicazione? Queste sono causa di un'astrazione delle nostre esperienze o permettono un più denso coinvolgimento emotivo sulla base del quale formare nuovi legami sociali? Come è cambiato il nostro senso dello spazio e del tempo nel passaggio da una società industriale a una società informazionale? Questi sono alcuni degli interrogativi che l'autore pone, dipanandosi attraverso il confronto con alcuni dei massimi teorici della comunicazione (tra i quali Marshall McLuhan, Hans Georg Gadamer, Walter Benjamin) e l'indagine di determinati ambiti espressivi peculiari alla nostra epoca: la net art, le performance dei corpi, le nuove forme della narrazione, l'architettura rivoluzionata dal digitale.


La presentazione la presenatazione del libro è stata inserita in un dibattito-confronto sul tema dell'insegnamento dell'estetica dei media all'interno dell'università, dell'alta formazione artistica e musicale ovvero delle facoltà di media design, arti multimediali e nuove tecnologie dell'arte. Una discussione-dibattito ,sulle idee e teorie incluse nel concetto di 'estetica dei media', come 'strumento didattico' dell'alta formazione artistica e musicale.Il volume è stato presentato dall'autore insieme a Franco Berardi Bifo,e Amos Bianchi e al dibattito hanno preso parte Antonio Caronia e Francesco Monico.



L'autore del libro Antonio Tursi è dottore di ricerca in Teoria dell'informazione e della comunicazione e senior fellow del McLuhan Program in Culture and Technology. Su questi temi ha pubblicato "Internet e il Barocco. L'opera d'arte nell'epoca della sua digitalizzazione" (2004) e "Dopo la democrazia (2006)". Per costa & nolan ha curato "Mediazioni. Spazi, linguaggi e soggettività delle reti (2005)".